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L'incarico per formare un governo

La tattica di Bersani per il governo: catenaccio e contropiede

"Sbaglia chi da per finito Bersani. Ecco perché può farcela". Parola d'esperienza, quella di Bertinotti

di Massimo Pittarello - 22 marzo 2013

Una maggioranza al Senato non c’è. Il Pd da solo non è in grado formare un governo. Grillo e Casaleggio hanno più volte ribadito che a Bersani la fiducia non la daranno mai, e ora l’incarico lo volevano per loro. Berlusconi invoca il governissimo, il centrosinistra lo esclude. Monti conta poco più di zero. E un esecutivo sembra fantascienza. Eppure Bersani l’incarico lo ha avuto, nonostante i dubbi del Quirinale. Per Napolitano l’azzardo di un “governo di minoranza” guidato dal segretario dei democratici che arriva al Senato e non ottiene la fiducia è un rischio enorme: l’ingorgo istituzionale si aggraverebbe, sommando all’elezione del Capo dello Stato le inevitabili nuove votazioni, a cui arriveremmo con questa stessa legge elettorale, sotto l’attacco dei mercati e con il rischio di un nuovo pareggio o di una maggioranza assoluta di inesperti parlamentari grillini.

In questa situazione, la prospettiva un governo Bersani è apparsa decadere giorno dopo giorno, con le correnti interne al Pd (renziani, “giovani turchi”, dalemiani, riformisti) che sembravano aggiungere pietre su pietre alla tomba politica dell’uomo di Bettola. Ma ha sbagliato chi ha dato tutto per scontato. “Bersani è il più bravo in assoluto a giocare in contropiede. Chi la da per morto non conosce la realtà”, ha detto l’ex Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, dagli schermi di Roma Incontra – Ara Pacis, il nuovo talk condotto da Enrico Cisnetto in onda ogni lunedì sera. “Bersani è un campione a giocare di sponda, ad appoggiarsi alla forza altrui. Basta vedere cosa ha fatto alle primarie: tramite Renzi, in un colpo solo, ha fatto fuori due presenza ingombranti come D’Alema e Veltroni”.

L’ex leader comunista è poi tornato sull’attualità provocando il pubblico: “Quanti pensavano che fosse finito? E invece, con la scelta di Boldrini e Grasso Presidenti delle Camere ha dato un’idea di rinnovamento, ha ottenuto il massimo e, soprattutto, ha messo in crisi, nell’angolo, i neoeletti del Movimento di Beppe Grillo, sfidandoli sul terreno della lotta “anti-sistema”. Attenti a fare i conti senza l’oste…”, è stato l’avvertimento di Bertinotti, che evidentemente qualcuno non ha ascoltato: “Bersani è il miglior giocatore di rimessa della politica italiana. Lui è emiliano, essenziale, arcigno, resistente. Ora, chi ci dice che i successi delle primarie e dei presidenti delle Camere non possano essere l’anticamera di quello per un successo nel governo del Paese?”.

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