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L’anniversario della Liberazione

La Storia insegna. Se la si studia

Chi liberò l’Italia? Qual è il nesso tra Resistenza e Costituzione? Attenzione ai falsi miti...

di Davide Giacalone - 26 aprile 2005

Sessant’anni dalla Liberazione, eppure ancora polemiche. Una delle ragioni risiede nella pessima abitudine di raccontare la storia in modo mitico e di parte, finendo con l’occultare i problemi e, quindi, la lezione che se ne può trarre.

L’Italia fu liberata dalle truppe anglo americane, impegnate in una guerra per combattere il governo che gli italiani si erano dati. Fummo liberati dall’occupazione nazista, cioè dai nostri alleati del giorno precedente, ma fummo liberati anche da noi stessi. E’ singolare, davvero, che a ritenersi paladini e tutori unici di quella liberazione siano gli stessi che non perdono occasione per accusare ogni impiego di truppe americane fuori da quel Paese.

Alla nostra liberazione contribuimmo, con l’azione dei partigiani. A quelle formazioni prese parte il mondo laico e liberaldemocratico, con Giustizia e Libertà, il mondo cattolico, con i gruppi di Mattei e Taviani, certamente il mondo comunista, ma anche quello monarchico ed antifascista, con Edgardo Sogno. Il fascismo è il passato di tutti, l’antifascismo è patrimonio di tutti, tranne che dei fascisti. Molti partigiani si mossero con il sogno di portare il comunismo in Italia. Il fatto che sia a noi oggi evidente quanto il comunismo non abbia avuto nulla da invidiare al nazifascismo, non diminuisce il valore della loro scelta.

Si vuole che la Costituzione sia legata a quella fonte resistenziale, e, quindi, sia intoccabile. Ma quella Costituzione intoccabile è già stata toccata molte volte, e spesso da quanti oggi la ritengono intoccabile. Il che significa che ci si può ben dividere sull’opportunità o meno di certe riforme costituzionale, ma farne un tabù è una sciocchezza.

Ecco, se la storia si provasse a studiarla e conoscerla, anziché tirarsela a casaccio dietro la schiena, non sarebbe un male.

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