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La potenza della democrazia Usa resiste

La sconfitta era comunque nell'aria

E adesso ci si chiede quale rotta prenderà Washington dopo l'era Bush

di Antonio Gesualdi - 08 novembre 2006

Gli statunitensi sono un grande popolo sempre dibattuto tra l"isolazionismo e l"interventismo.
Bush è stato eletto la prima volta sulla promessa isolazionista e oggi si ritrova interventista. Su questo, a menti un po" più fredde, è stato battuto. Ed egli ha ammesso subito la sconfitta politica.
Ancora una volta gli americani rischiano di perdere una guerra eppure questo non sembra fiaccare l"indole democratica. Anzi, grazie alla democrazia sarà risolta anche la guerra con l"Iraq: i democratici che avranno la maggioranza alla Camera cominceranno a non finanziarla più. E" stato così anche con il Vietnam.
Ma questo risultato elettorale, che non è poi così sorprendente come, sia i commentatori statunitensi che italiani, vogliono fare apparire ci dice anche molto di più sul futuro a breve degli Stati Uniti. I democratici hanno vinto nelle loro roccaforti dell"est; dal Massachussetts al Maryland, i repubblicani hanno tenuto dal Texas al Nevada. I repubblicani hanno perso 6 governatori, ma soprattutto i democratici li hanno guadagnati in Arkansas e a New York; le "patrie" di origine e di adozione della famiglia Clinton.
In questa grande democrazia sta accadendo un processo di polarizzazione famigliare ed ereditaria della politica, quasi monarchica: la famiglia Bush da una parte e la famiglia Clinton dall"altra.
La signora Clinton, infatti, ha vinto con il 70% riconfermandosi senatore di New York. Al pubblico si è presentata col marito - ex Presidente degli Stati Uniti - applaudente, alle spalle. Probabilmente nei prossimi giorni andranno anche in Arkansas a festeggiare.
I Bush, probabilmente, faranno una pausa di riflessione in Texas.
Questo voto ci dice che gli statunitensi sono pronti per un Presidente donna e anche di colore. L"affermazione della ex first lady Clinton e della possibile prima donna speaker della Camera, Nancy Pelosi, significano che il processo è maturo. Come in tutto il mondo ogni Paese crea nuove mentalità in tempi lunghi e attraverso percorsi definiti. Lo sdoganamento avviene di solito attraverso le istituzioni che controllano e gestiscono i rapporti internazionali. Negli Stati Uniti il Segretario di Stato, negli ultimi decenni, è stato già affidato ad una donna: prima Madeleine Albraight e ora Condoleeza Rice. Non solo gli americani, dunque, ma tutto il Mondo ha, anche inconsciamente, assorbito l"idea che a guidare gli Stati Uniti potrà esserci benissimo una donna. Se le cose andranno come già oggi si vede a breve gli americani avranno una donna speaker alla Camera, una donna ministro degli esteri e una donna della famiglia Clinton, chiaramente, candidato Presidente .
L"unico dilemma da sciogliere è se anche la famiglia Bush ha una donna da candidare. Potrà essere Condoleeza Rice? Io penso di sì perché sia Colin Powell che la stessa Rice hanno anche contribuito a sdoganare la candidabilità alla presidenza di cittadini di colore.
Il pendolo - culturalmente prima che politicamente - ha già ripreso a oscillare verso l"isolazionismo.

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