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Segni del degenerare del berlusconismo

La quarta punta del centro-destra

La pagliacciata di Calderoli corre il rischio di innescare serie reazioni a catena

di Elio Di Caprio - 20 febbraio 2006

Era già difficile far digerire agli elettori italiani l’immaginifico schema dell’attacco a tre punte del centro-destra – Berlusconi, Fini e Casini – quasi un trucco per sottolineare le specifiche posizioni dei tre leader in grado di attirare segmenti diversi di votanti, uniti però da un medesimo rigetto del centro-sinistra guidato da Prodi. Ora ci si è messo pure l’ex ministro Calderoli a sparigliare le carte del gioco, facendo emergere la quarta punta della Lega tenuta finora nascosta per pudore ai mass media. Quella punta che per ben cinque anni, con appena il 4% di suffragi elettorali, ha marcato le vicissitudini del governo Berlusconi, sottolineando non già l’omogeneità, ma l’eterogeneità delle diverse componenti del centro-destra.

Bisogna dare atto all’abilità politica di Silvio Berlusconi di essere riuscito a tenere insieme per tanto tempo, non tanto sulla base di valori condivisi, quanto su una sapiente gestione della conflittualità interna alla coalizione di governo, una barca che ha corso più volte il rischio di affondare. In ciò il Cavaliere è stato aiutato dall’inconcludenza di un’opposizione manichea, a sua volta divisa all’interno in maniera ancor più netta ed eclatante.

Sembrava che, dopo le ultime elezioni regionali ed europee, la sconfitta del centro-destra avesse ineluttabilmente segnato il tramonto effettivo e mediatico del berlusconismo inteso come personalismo esasperato nella gestione della politica. Tutti i distinguo degli altri leader di centro-destra, da quelli di Fini a quelli di Bossi, Casini, Follini, erano stati infatti inesorabilmente affondati ed azzerati dalla straripante capacità comunicativa di Berlusconi a cui spettava sempre l’ultima parola.

Dopo cinque anni di sconfitte elettorali del centro-destra nelle varie elezioni amministrative ed europee, ci si sarebbe aspettata una seria riflessione dai partiti di quella coalizione con una conseguente correzione di rotta. Ciò non si è verificato, anzi l’emblematica sconfitta di Marco Follini, ex segretario dell’Udc ha messo in luce l’impossibilità di cambiare il corso delle cose. Paradossalmente, per rimontare lo svantaggio verso il centro-sinistra, tutte le componenti del centro-destra ancora una volta hanno dovuto riporre le loro speranze di rivincita nelle capacità mediatiche del Cavaliere. Di qui il riemergere del berlusconismo – vecchia o nuova maniera – che, sotto gli occhi di tutti, tenta di nuovo di catalizzare il consenso degli italiani sull’asse Berlusconi sì o Berlusconi no. Ma basta ciò a nascondere i veri problemi del declino, non solo economico, dell’Italia?

E’ già difficile per l’elettore italiano districarsi nella propaganda mediatica e giudicare l’azione del governo attuale, non tanto per quello che ha detto, quanto per quello che ha fatto o non fatto.

Ma quello che ha detto Calderoli – parliamo di un Ministro della Repubblica – non può avere l’innocenza di una sparata propagandistica e ne abbiamo viste le conseguenze.

La sua pagliaccesca esibizione televisiva corre il rischio di innescare una reazione a catena che mette in gioco le relazioni internazionali, la nostra politica estera, forse la nostra sicurezza. E’ un risultato che va oltre le nostre divisioni interne finora giocate dalla propaganda – non a caso – sui “valori” più che sui problemi concreti.

Che faranno a questo punto Berlusconi e il centro-destra con la quarta punta Calderoli? E’ troppo tardi o forse troppo presto per cambiare strategia mediatica e passare dall’anticomunismo all’antislamismo per ritrovarsi uniti almeno sui “valori”. Mai come in questo caso viene alla luce il provincialismo della politica italiana che paga il conto di un berlusconismo troppo a lungo tollerato, tra le non innocue sparate antislamiche della Lega e le 10, 100, 1000 Nassiriya agitate dai gruppuscoli dell’estrema sinistra. Forse basterebbe un po’ di serietà per dare una svolta alla politica italiana.

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