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Tentativi anti Grillo e Cavaliere

La proposta idiota di Zanda e Finocchiaro

Regolare la vita dei partiti è necessario. Pensare di farlo per far fuori gli avversari non è tanto una manifestazione di pensiero temibile, quanto una prassi d’autolesionismo risibile.

di Davide Giacalone - 22 maggio 2013

Anna Finocchiaro e Luigi Zanda (Loy) meritano il premio “ortottero d’oro”. La loro proposta è talmente intempestiva e politicamente idiota da avermi costretto a ragionare a lungo, nella vana ricerca di un significato che non sia totale cecità. Può darsi che l’idiota sia io, ma non ho trovato nulla capace di giustificare l’idea che alle elezioni possano presentarsi solo i partiti, e solo quelli che hanno depositato uno statuto, poi pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Naturalmente che sia democratico. Molti hanno subito dedotto che quella proposta del Pd (o sconfessano il loro capogruppo al Senato?) è destinata a sbarrare la strada ai grillini. Invece il primo effetto sarebbe l’immediata messa fuorilegge di tutti i sindacati. Seguitemi.

1. Il tandem Finocchiaro-Zanda (Loy) sostiene di averla presentata per dare attuazione all’articolo 49 della Costituzione. Leggiamolo: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Bene, cosa c’è da attuare? C’è da far funzionare la democrazia. No, dicono i proponenti, riprendendo a orecchio una vecchia scuola democratica, di cui non hanno capito il significato: no, sono i partiti a dovere essere, al loro interno, democratici. Domanda: posso fondare un partito leninista? Che razza di domanda è? c’è già stato. Appunto: se era leninista non era democratico. Si doveva forse impedire al Pci di partecipare alle elezioni? Direi di no, anche perché quel partito ebbe lo storico merito di candidare l’onorevole Finocchiaro.

2. Prima di arrivare all’articolo 49 c’è il 39. Totalmente inapplicato e che i due, pressati da altro, hanno saltato. Leggiamolo: “L’organizzazione sindacale è libera. Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o contrali, secondo le norme di legge. E’ condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base democratica”. Non occorre essere dei costituzionalisti per cogliere l’immensa differenza. Né essere particolarmente svegli per capire che l’impostazione Finocchiaro-Zanda (Loy) avrebbe l’immediato effetto di chiuderli tutti. Giacché nessuno è registrato, né dispone di statuto con quelle caratteristiche. Considerato che l’attuale segretario del Pd è un sindacalista ….

3. Il tema della regolamentazione dei partiti si pose quando fu varato il finanziamento pubblico (1974), giacché erano e sono delle associazioni non riconosciute. Già era brutto allora, figuriamoci da quando i partiti si costituiscono fra amici e familiari! Non se ne fece nulla, anche perché il Pci (ma non solo) non intendeva concedere a nessuno di mettere becco nella propria vita interna. Si risolse con l’obbligo di presentazione di bilanci farlocchi e mantenendo i rapporti con entità istituzionali: i gruppi parlamentari.

4. Quindi la proposta Finocchiaro-Zanda (Loy) un fondamento lo ha. Ma fuori tempo massimo, perché il tema odierno non è a chi dare i soldi pubblici, ma il non darli. Io sono favorevole al mantenimento di forme di finanziamento pubblico, ma tutte destinate a servizi (sede, comunicazione, spazi). Niente soldi. Basta così. Quella proposta dovevano presentarla venti anni addietro.

5. Non c’è altro ambito, interno ai partiti, da disciplinare? Volendo c’è. Ad esempio: se si stabilisce che per la scelta dei candidati si tengono le elezioni primarie è interesse collettivo che la loro regolarità sia garantita dallo Stato. E’ questo che vuole chi militò con Prodi e Veltroni? Possiamo scegliere fra il dubitarne e il ridere.

6. E allora? allora va a finire che se ne legge quasi esclusivamente la chiave apparentemente anti-Grillo. Ma quando un fenomeno di quel tipo raggiunge un quarto dei voti espressi le faccenduole di forma lasciano il passo a quelle di sostanza, e, nella sostanza, quei due stanno facendo propaganda per Grillo.

7. Infine: la settimana scorsa Zanda (Loy) voleva Silvio Berlusconi ineleggibile. Ora vuole Giuseppe Grillo impresentabile. Se avesse la stessa idea del sesso ciò renderebbe assai complessa la riproduzione.

Regolare la vita dei partiti è necessario. Pensare di farlo per far fuori gli avversari non è tanto una manifestazione di pensiero temibile, quanto una prassi d’autolesionismo risibile.

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