La nuova Fiat tra Punto e Agnelli
Il rilancio è a portata di mano, ma non ancora raggiunto. E le polemiche non servonodi Enrico Cisnetto - 19 settembre 2005
Da un lato, per quanto riguarda il suo stato di salute, l’azienda torinese non è ancora dichiarabile fuori pericolo. Infatti, mentre il settore automobilistico europeo è in netto rialzo (vendite ad agosto a +7,5% su base annua nella zona Ue23+Efta), la quota di mercato Fiat è scesa dal 6,4% al 5,5%. A testimonianza del fatto che i tanto attesi risanamento e rilancio del Lingotto non passano (per ora) dal settore auto. Lo dimostrano anche i conti Fiat, che se vanno migliorando (la semestrale evidenzia un risultato netto di +510 milioni contro un passivo di 638 nello stesso periodo del 2004), fanno ancora registrare un comparto automobilistico con fatturato in calo (-3,5%) e un conto economico in rosso (-217 milioni). Di fatto, il gruppo si mantiene grazie agli ottimi risultati della controllata americana Cnh (macchine agricole per costruzioni), del settore componenti e in parte di Iveco. Allora, perché continuare a puntare sulle quattro ruote? Finora la strategia di Montezemolo e Marchionne – pur con qualche momento di differenziazione tra i due, ora rientrato – si è basata sul “primo risanare”, cosa propedeutica a qualunque scelta. A cominciare da quella delle alleanze. Ben venga, in questo senso, l’alleanza con Ford per la produzione di utilitarie (500 e Ka), che sfrutterà la piattaforma creata in Polonia per la Panda. La scelta segue la tendenza europea a celebrare “matrimoni misti”, già vincente per Renault-Nissan e Peugeot-Toyota. Ma non basta. Anche perché nello stesso segmento i produttori cinesi sono alle porte. Chery e Saic sbarcheranno presto in Europa con modelli dai prezzi al pubblico talmente bassi da poter potenzialmente scardinare la concorrenza. Dunque, oltre a spendere bene quel miliardo di euro all’anno destinato dal Lingotto a innovazione e specializzazione di prodotto e strategica – per esempio, il ritardo sulla propulsione ibrida (benzina-elettricità) non è colmabile, mentre chances nella messa a punto di un motore a idrogeno ci potrebbero essere – ci vuole assolutamente un partner globale.
Quanto agli Agnelli, meno fiato alle trombe. Hanno fatto una brillante operazione finanziaria, che consente loro di riportare a casa quell’8% che il convertendo delle banche gli porta via, garantendosi una plusvalenza teorica di 100 milioni sui 535 sborsati, e pagando i titoli Fiat il 30% in meno (6,5 euro contro 10,28) dei banchieri che li hanno salvati. Punto e basta. Ma nello stesso tempo, lasciamo stare le grida manzoniane per presunte opa obbligatorie e false comunicazioni, authority e tribunali sono già fin troppo protagonisti del mercato. E soprattutto, non servono alla Fiat per andare a capo.
Pubblicato sul Gazzettino del 18 settembre 2005
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Società Aperta è un movimento d’opinione, nato dall’iniziativa di un gruppo di cittadini, provenienti da esperienze professionali e politiche differenti, animati dalla comune preoccupazione per il progressivo declino dell’Italia, già dal lontano 2003, quando il declino dell’economia, almeno a noi, già era evidente come realtà acquisita. L’intento iniziale era evitare che il declino diventasse strutturale, trasformandosi in decadenza. Oltre a diverse soluzioni economiche, Società Aperta, fin dalla sua costituzione, è stata convinta che l’unico modo per fermare il declino sarebbe stato cominciare a ragionare, senza pregiudizi e logiche di appartenenza, sulle cause profonde della crisi economica italiana e sulle possibili vie d’uscita. Non soluzioni di destra o di sinistra, ma semplici soluzioni. Invece, il nostro Paese è rimasto politicamente paralizzato su un bipolarismo armato e pregiudizievole, che ha contribuito alla paralisi totale del sistema. Fin dal 2003 aspiravamo il superamento della fallimentare Seconda Repubblica, per approdare alla Terza, le cui regole vanno scritte aggiornando i contenuti della Carta Costituzionale e riformulando un patto sociale che reimmagini, modernizzandola, la costituzione materiale del Paese. Questo quotidiano online nasce come spin-off di Società Aperta, con lo scopo di raccogliere riflessioni, analisi e commenti propedeutici al salto di qualità necessario