ultimora
Public Policy
  • Home » 
  • Archivio » 
  • La <i>soap opera</i> made in Italy

La politica non è un nuovo Grande Fratello

La <i>soap opera</i> made in Italy

Quando le questioni di cortile distraggono l’attenzione dell’opinione pubblica…

di Maurizio Mistri - 07 maggio 2009

La vicenda tra Silvio Berlusconi e Veronica Lario ha tutto il sapore di una soap opera. Amori, passioni, intrighi, denaro sono gli ingredienti di questa stucchevole storia. Berlusconi pensa che sia opportuno mettere la sordina al desiderio morboso degli aficionados di soap opera di vedere gli sviluppi della storia nelle “prossime puntate”, perché teme di perdere popolarità.

Per contro, ci sono esponenti politici che militano in alcuni partiti di opposizione che, sempre dagli sviluppi delle prossime puntate della soap opera, pensano di trarre un vantaggio politico in occasione delle prossime elezioni, che sono elezioni “europee”. Già, le elezioni europee stanno nell’ombra, mentre al centro della campagna elettorale si rischia di collocare la più grande, straordinaria, mai vista soap opera italiana. Così, non ci si accorge che si celebra il trionfo del berlusconismo, puntando su vicende private più meno pruriginose e tralasciando di sviluppare i temi del confronto politico sulle questioni europee.

Ho l’impressione che delle questioni europee, da parte dei nostri politici, non si voglia discutere o, peggio, che, tranne poche eccezioni, non si abbia la preparazione per discuterne. Eppure non si tratta di una campagna elettorale qualsiasi, ma della campagna elettorale per eleggere quei parlamentari chiamati ad individuare le linee di sviluppo e di rafforzamento della Unione Europea (UE). Ancor più a questi parlamentari spetterebbe il compito di individuare una strategia per uscire dalle secche del funzionalismo tipico della architettura degli attuali trattati europei per arrivare alla creazione degli Stati Uniti d’Europa.

Ci sono partiti che vogliono mandare deputati a Strasburgo senza sapere che cosa debbano fare. Abbiamo un mese per discutere delle disfunzioni delle istituzioni europee, della debolezza politica della UE, delle prospettive economiche grigie di Eurolandia. Abbiamo un mese non solo per discutere di cosa non va, ma anche e soprattutto per cercare di indicare soluzioni praticabili alle disfunzioni di quello che comunque è il quadro istituzionale generale entro cui si può e si deve collocare l’azione di ciascun governo europeo.

Finora non ho letto, né sentito un intervento di un politico italiano, semmai aspirante parlamentare europeo, su temi che sono rilevanti per il nostro futuro e soprattutto per quello delle più giovani generazioni. Mi piacerebbe chiedere ai nostri candidati al Parlamento europeo se sanno indicare che cosa, a loro dire non va in tale istituzione e che cosa pensano si debba proporre, al di fuori dei discorsi retorici o di stantie affermazioni ideologiche.

Ci mancava solo la questione del divorzio di Berlusconi dalla signora Lario per dare l’alibi ai molti che si affannano a fregiarsi del titolo di parlamentare europeo di parlar di tutto, ma non delle questioni che riguardano le prossime elezioni europee.

A me pare che in occasione delle prossime elezioni, che sono, appunto “elezioni europee”, il mondo politico italiano si volga a parlare di questioni “di cortile” e a discettare intorno alla moralità di Silvio Berlusconi, ma non dei temi che riguardano l’assetto della UE, il ruolo dell’Italia all’interno di essa ed i cambiamenti in atto nella economia mondiale.

Ecco perché credo che sia da criticare la posizione di quelli che vogliono enfatizzare una questione privata; è da criticare perché sposta l’attenzione dell’opinione pubblica su temi non congruenti con l’attuale campagna elettorale. Di fatto, anche senza volerlo, finiscono per compiere una azione di disinformazione politica. Parliamo di Europa, dunque, e non stiamo a perdere tempo a guardare, in diretta e dal vivo, una assurda soap opera. Non trasformiamo la politica in un nuovo “Grande Fratello”.

Social feed




documenti

Test

chi siamo

Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.