Con i plurieletti discrezionalità ai partiti
La doppia beffa della legge elettorale
Pareggio e ingovernabilità frutto della partitocrazia che non ha saputo evolveredi Paolo Bozzacchi - 27 aprile 2006
Il recordman è Silvio Berlusconi, eletto in 26 circoscrizioni. Seguono Gianfranco Fini (25), Fausto Bertinotti (24), Pier Ferdinando Casini (23). Più staccati Oliviero Diliberto (16), Romano Prodi (15), Alfonso Pecoraio Scanio (13), Antonio Di Pietro (12) e Umberto Bossi (10). Nessuno escluso (o quasi), quindi.
Il sistema elettorale in vigore ha non solo tolto ai cittadini la possibilità di esprimere attraverso il voto preferenze personali, ma anche fatto ai partiti un regalo di valore politico inestimabile: quello di scegliere tra le proprie fila chi spedire in Parlamento, attraverso il semplice escamotage tecnico di candidare i propri leader in più circoscrizioni.
E’ l’ennesima beffa di un sistema proporzionale con premio di maggioranza nazionale per la Camera e regionale al Senato, che ha già abbondantemente dimostrato la propria inefficacia. Ne è frutto il sostanziale pareggio a Palazzo Madama e la risicata maggioranza alla Camera, risultati che non servono a nessuno, soprattutto al Paese, che avrebbe bisogno di una seria iniezione riformatrice, e che invece si ritrova in bilico tra l’ingessatura istituzionale e un “governicchio a tempo”, messo sotto scacco dai partiti che lo compongono ancor prima di indossare le maglie e scendere in campo.
Altro che Prima Repubblica e pentapartito, quindi. Siamo in condizioni ben peggiori, soprattutto perché dotati di ferri spuntati, strumenti come la legge “proporzionista” che non sono arrugginiti. Sono inutili.
Nel silenzio generale, poi, emerge la sordità dei due schieramenti, affatto interessati a creare un dialogo fruttuoso, se non in ottica di Grande Koalition (come sarebbe auspicabile) per lo meno sulle regole comuni del gioco, come appunto il sistema elettorale. Non è fantapolitica l’età media di Prodi, Berlusconi e Andreotti (74,66 anni). E’ la Seconda Repubblica che si è sclerotizzata.
Il sistema elettorale in vigore ha non solo tolto ai cittadini la possibilità di esprimere attraverso il voto preferenze personali, ma anche fatto ai partiti un regalo di valore politico inestimabile: quello di scegliere tra le proprie fila chi spedire in Parlamento, attraverso il semplice escamotage tecnico di candidare i propri leader in più circoscrizioni.
E’ l’ennesima beffa di un sistema proporzionale con premio di maggioranza nazionale per la Camera e regionale al Senato, che ha già abbondantemente dimostrato la propria inefficacia. Ne è frutto il sostanziale pareggio a Palazzo Madama e la risicata maggioranza alla Camera, risultati che non servono a nessuno, soprattutto al Paese, che avrebbe bisogno di una seria iniezione riformatrice, e che invece si ritrova in bilico tra l’ingessatura istituzionale e un “governicchio a tempo”, messo sotto scacco dai partiti che lo compongono ancor prima di indossare le maglie e scendere in campo.
Altro che Prima Repubblica e pentapartito, quindi. Siamo in condizioni ben peggiori, soprattutto perché dotati di ferri spuntati, strumenti come la legge “proporzionista” che non sono arrugginiti. Sono inutili.
Nel silenzio generale, poi, emerge la sordità dei due schieramenti, affatto interessati a creare un dialogo fruttuoso, se non in ottica di Grande Koalition (come sarebbe auspicabile) per lo meno sulle regole comuni del gioco, come appunto il sistema elettorale. Non è fantapolitica l’età media di Prodi, Berlusconi e Andreotti (74,66 anni). E’ la Seconda Repubblica che si è sclerotizzata.
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.