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Il popolo dei lavoratori fannulloni

L’impiegato fantozziano

Inutile arrestare gli assenteisti. I veri colpevoli sono i dirigenti

di Davide Giacalone - 19 luglio 2007

Che li arrestano a fare gli assenteisti di Perugia, o d’ogni altro luogo? Le prove, a quel che dicono gli inquirenti, sono filmate e non inquinabili. La fuga all’estero, data la stagione, forse è una vacanza. La reiterazione del reato, ovvero il far timbrare ad altri il proprio cartellino, è una matematica certezza, ma è difficile considerare socialmente pericoloso quel che è socialmente diffuso. Quegli arresti, insomma, alimentano solo lo spettacolo. Ci sono, sembra, tutte le condizioni per processare subito ed immediatamente condannare gli imbroglioni in camice bianco o verde. Si proceda, non penso nessuno di loro finirà in carcere a scontare la pena, ma almeno si tenti di licenziarli. Le manette non solo non risolvono, ma forse aiutano a nascondere il problema della pubblica amministrazione, ospedali compresi.

Il nodo non è solo quello degli assenteisti, ma riguarda anche i tanti che sul posto rimangono senza per questo lavorare, quelli che affollano il bar o la stanza del collega, quelli che occupano il tempo facendo la spesa in quei supermercati interni che una volta erano spacci ed ora sono divenuti la fiera del carrello durante le ore d’ufficio. Se si arriva ad un’inchiesta penale, con relative telecamere nascoste, per accertare il reato di truffa ed inchiodare chi si fa pagare standosene altrove, vuol dire che hanno già fatto cilecca tutti i sistemi destinati a controllare la produttività. Ammesso che esistano. Se i dirigenti facessero carriera per merito e non per anzianità, raccomandazione o nomina politica, il marcio sarebbe già venuto fuori, perché la truffa crea inefficienza e costi. Se i dipendenti fossero assunti per bisogno e non per sistemare amici e parenti, la loro assenza si rifletterebbe in un intollerabile disagio, ed il dirigente interverrebbe per capire cosa sta succedendo. Le telecamere, dunque, arrivano perché sono puntate sul regno dell’inutilità e dello spreco, per sua natura non misurabile con gli indici di produttività. Tutto questo è la dannazione del cittadino che ha bisogno della struttura pubblica, ed è un’orrenda beffa per i molti che ci lavorano veramente, seriamente e con coscienza. Gli uni e gli altri non si lascino distrarre dalle manette, il botto di una giornata, perché si dovrebbe denunciare chi quelle baracche le dirige.

Pubblicato su Libero di giovedì 19 luglio

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