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A Vicenza l’ennesima riprova

L’antipolitica spettacolo

Poche decine di persone diventano migliaia grazie all’azione amplificatrice dei mass media

di Antonio Gesualdi - 05 giugno 2007

La vita mediatica dei contestatori è molto confortevole. Chi dice "no" a qualcosa, e magari lo fa anche in buona fede, trova subito modi e spazi. Ci si può incatenare a un cancello, fare lo sciopero della fame o della sete (che sono forme di violenza verso la società costretta a farti vivere mentre fai finta di voler morire), irrompere in una manifestazione pubblica oppure copiare "dai poveri e diseredati" scucchiaiando sulle pentole o battendo coperchi come fanno i bambini. Insomma ci si può sempre anche divertire. Ecco perché qualcuno, su Dagospia di oggi, ha chiesto: "ma che mestiere fa Luca Casarini?" Avviene così anche per coloro che sono contrari all"ampliamento della base militare americana a Vicenza. Sia chiaro che chi abita nell"area ha perfettamente titolo ad intervenire e a dire la propria. Comunque non dimentichiamo che chi abita lì ha vissuto finora in un posto dove c"è un aeroporto; quindi non proprio nei giardini vaticani. E allora cosa è questa vita irreale che i mezzi di comunicazione (con giornalisti che sbagliano sempre gli accenti: Bénetton, Botténe...) si accaniscono a riproporci? E" solo spettacolo. E la riprova l"abbiamo quando i cittadini vanno a votare - anche a percentuali che sfiorano l"80 - e confermano le amministrazioni contestate e annichiliscono i fomentatori.

E anche a Vicenza ne abbiamo avuto la riprova: Attilio Schnek è stato il primo leghista diventato Presidente della Provincia con il 60% dei suffragi. Cosa che solo nel trevigiano accadeva. E" successo che i "vicentini" - intesti come "massa", se a qualcuno questo termine può ricordare qualcosa - sembrano essere andati alle urne senza aver mai visto un programma politico in televisione, senza aver mai guardato un telegiornale e senza aver neppure notato una manifestazione di 80.000 mila persone sfilare per la città contro il Dal Molin. I "vicentini", evidentemente, quella manifestazione l"hanno ospitata, ma non l"hanno condivisa.

E allora che significano queste continue proteste di qualche decina di persone (perché i cameramen non usano mai il grandangolo, ma solo lo zoom?) che contestano ciò che la stragrande maggioranza approva? La democrazie è o non è. Se è comandano quelli che votano non quelli che protestano davanti alle telecamere. E così ci si inventa la "democrazia partecipativa" come se l"80% degli aventi diritto al voto che ha partecipato alle elezioni non avesse partecipato a scegliere la propria classe dirigente.

Insomma le azioni come quella di Trento, molte altre che qui a Vicenza abbiamo visto, altre che vedremo con grande spolvero di commenti e prime pagine non sono altro che spettacolo.

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Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.