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Roma e Milano in guerra per i Giochi del 2016

Italia: vince il localismo olimpico

Il bipolarismo della polemica per la polemica riesce a battere anche lo sport

di Paolo Bozzacchi - 22 dicembre 2005

Una dichiarazione di guerra. E’ stata definita in questo modo dall’Assessore lombardo allo sport, Piergianni Prosperini (An), l’eventuale scelta del Coni della città di Roma quale candidata ufficiale italiana a ospitare i Giochi Olimpici del 2016. “Se non otterremo la candidatura di Milano- ha aggiunto Prosperini- faremo le Olimpiadi del lombardo-veneto”.

Parole al veleno che suscitano sgomento, soprattutto perché pronunciate in un contesto come quello sportivo, in cui il rispetto per l’avversario e la sportività stessa dovrebbero venire prima di tutto. Evidentemente la politica italiana con la sua “polemica per la polemica”, ancora una volta non ha perso l’occasione di rovinare in partenza iniziative lodevoli e di tutto rispetto, in nome di una campagna elettorale a tutto campo che non intende fare prigionieri di alcun tipo. La candidatura italiana, infatti, andrebbe inoltrata al Cio entro luglio del 2007, ma i poli hanno deciso (inspiegabilmente) di giocarsi anche questa partita prima delle elezioni.

Sta di fatto che le polemiche, in questo modo, stanno facendo morire sul nascere un’opportunità interessante per il sistema Italia (quale si sta rivelando Torino 2006), dando l’immagine di un’ennesima dimostrazione di come il bipolarismo attuale ami dividere piuttosto che unire.

A Roma, è noto, ancora brucia l’esclusione a favore di Atene per l’edizione del 2004, mentre Milano si fa forte del sì ufficioso del Coni, concesso lo scorso anno in occasione della consegna dell’Ambrogino d’Oro, e del fatto che da oltre 20 anni gli impianti sportivi non vengono riammodernati. Le diverse motivazioni non hanno comunque fatto venire a nessuno (neanche al conciliante sindaco di Roma, Walter Veltroni), l’idea geniale di una candidatura unica e forte, tutta italiana, in grado di coinvolgere entrambe le città. Questa sì da applausi scroscianti, che forse avrebbe avuto più di qualche chance di riuscita, soprattutto per l’edizione del 2020. L’edizione 2012, infatti, si terrà di sicuro in Europa, in quel di Londra, e la buona creanza suggerisce solitamente al Cio una rotazione continentale dei paesi ospitanti.

In un’epoca dove i mondiali di calcio e le future edizioni delle Olimpiadi hanno spinto paesi tradizionalmente divisi politicamente a unirsi per la candidatura (è il caso, ad esempio, delle due Coree), l’Italia con il suo localismo imperante e in mano al bipolarismo del “votami che sono meno peggio” si è di nuovo divisa. Comunque a mio modesto parere ha già vinto, perdendo in partenza.

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