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Pagnoncelli (Ipsos) a Società Aperta

Insoddisfatti ma identitari

Oggi l’elettorato è più mobile, ma il “centro politico” ha poca capacità di richiamo

di Roberto Paglialonga - 27 aprile 2005

Quali sono le prospettive di superamento del bipolarismo all’italiana alla luce degli ultimi risultati elettorali? Per avviare la discussione all’interno del movimento, Società Aperta ha invitato il presidente di Ipsos Nando Pagnoncelli, uno dei maggiori esperti italiani in materia di sondaggi politici. L’incontro, limitato a soci ed invitati, si è svolto martedì 26 aprile nella sede gentilmente messa a disposizione da Confcooperative.

Dopo una breve introduzione del presidente di Società Aperta Enrico Cisnetto, che ha evidenziato come il processo di disgregazione “di questo falso bipolarismo che ormai molti, come noi, chiamano bipolarismo bastardo” stia proseguendo a passo spedito – anche a causa del tramonto del berlusconismo – ha preso la parola Pagnoncelli, il quale ha presentato uno studio sui flussi elettorali in quattro punti.

Innanzitutto, sono stati analizzati i risultati delle elezioni europee 2004, dai quali è stato possibile evincere come già un anno fa il divario tra i blocchi di centro-destra e centro-sinistra si fosse ridotto al minimo, nell’ordine dei 170mila voti di scarto a vantaggio del secondo blocco.

Poi, in merito alle elezioni regionali, il presidente di Ipsos ha evidenziato come il voto pro centro-sinistra si sia configurato sostanzialmente come voto contro Silvio Berlusconi e l’operato del governo (così la pensa il 61% degli intervistati), a causa dell’insufficiente risposta alla crisi delle famiglie e delle aziende (per il 66%), della prevalenza assegnata all’asse del nord (per il 14%) e della mancata inclusione della Lista Mussolini e dei Radicali nella Cdl (per il 5%). A differenza delle Europee – ha sostenuto ancora Pagnoncelli – si è assistito ad un consistente flusso di elettorato passato dal centro-destra al centro-sinistra, che ha spostato l’ago della bilancia a favore della coalizione guidata da Romano Prodi.

Il terzo punto dello studio ha toccato il tema del “centro” politico come possibile catalizzatore di voti in grado di far propendere l’elettorato verso la coalizione che più si sia dimostrata capace di attrarre i moderati. Secondo Pagnoncelli, la realtà è diversa da quella descritta da Giovanni Sartori – per il quale le elezioni si vincono proprio conquistando il centro – ed è testimoniata dal fatto che ormai l’elettore punta molto di più all’identità specifica della propria coalizione di riferimento, dove invece il centrismo provocherebbe una diluizione dei due blocchi, rendendoli pressoché privi dell’aspetto identitario. I dati confermano che solo l’11% degli intervistati si riconosce nel “centro” di un ipotetico continuum Destra-Sinistra.

Infine, riguardo alle attuali intenzioni di voto per le Politiche del 2006, è stato messo in rilievo come tra gli elettori del centro-destra prevalga il pessimismo, dovuto in particolare all’indebolimento dei motivi di forza su cui si fondava la Cdl: grande coesione, programma chiaro e ben definito, proiezione al futuro.

Al termine dell’esposizione di Pagnoncelli, l’incontro è proseguito con le domande e gli interventi dei soci di Società Aperta.

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