Tre irruzioni in Parlamento, esagerato?
In realtà non sono solite pannellate
Silenzio politico e mediatico su una cosa per cui il leader radicale non ha poi così tortodi Davide Giacalone - 11 maggio 2006
Il risultato elettorale non è valido, un’oligarchia ha violato la legge e si è mossa con istinto fascista, occorre restaurare la regolarità e ricomporre il Senato con quanti sono stati veramente eletti. E’ Berlusconi che ha dato fuori di matto? No, è Pannella che non si è risparmiato e per ben tre volte ha fatto irruzione nei lavori parlamentari, letteralmente gridando le sue ragioni. Mha, sarà la solita pannellata, e Marco è uomo talmente esagerato che talora si commette l’errore di fare spallucce ed andare oltre. Invece ha ragione.
Mi ha insospettito il fatto che chi, come me, segue con appassionata attenzione le cose della politica sapeva tutto della pannellata, ma non aveva potuto leggerne sui giornali le ragioni. Cosa, questa volta, gli faceva girar le lune? Il problema ruota attorno all’assegnazione dei seggi al Senato: la Rosa nel Pugno non ne ha avuti, mentre Pannella sostiene che ne avrebbe avuto diritto a quattro. Siccome non mi fido, sono andato con santa pazienza a prendere la legge, così scoprendo che, sebbene più per un vuoto, un buco, che non per esplicita previsione, comunque Pannella ha ragione. Non so se i senatori che gli spettano siano quattro, so che gli spetta essere conteggiato, mentre, fin qui, i suoi voti sono stati semplicemente cancellati. Anzi, no, sono stati utilizzati per fare il conto di quelli presi dall’Unione, che al Senato sono comunque meno della Casa delle Libertà.
Così, mentre Pannella strilla e si fa buttare fuori, mentre il mercato dell’informazione ci vende il folklore e ci tace la sostanza, quel che lascia basiti è il silenzio della politica. Già, perché la faccenda è seria. I radicali si trovano dentro un’alleanza (avendo traslocato ed avendo messo su casa con Boselli, che a sinistra c’è sempre stato) è significativo, però, che non trovino, fra i nuovi alleati, qualcuno disposto a dar loro una mano. E non la troveranno, per due ragioni: la prima è che i loro senatori dovrebbero essere tolti a qualche alleato; la seconda è che al Senato già non c’è maggioranza, figurasi poi a dare dei seggi a gente malfidata come i radicali, capaci di mettere su un casino per questioni di principio. Per le stesse ragioni, però, si dovrebbe manifestare una qual certa solidarietà nel fronte opposto, per altre due bune ragioni: la prima è che al Senato già non c’è maggioranza, ed avere anche dei senatori radicali sarebbe un sollazzo; la seconda è basata sulla mera gratitudine, dacché Pannella, protestando, pianta anche nella sinistra la bandierina del voto irregolare.
Lo dico per amore del diritto e dell’arte, dato che lo stesso Pannella ha appena compiuto la meno comprensibile delle scelte, appoggiando la candidatura Napolitano, spero con risultati diversi di quando propose Oscar Luigi Scalfaro, il peggiore della storia repubblicana.
www.davidegiacalone.it
Pubblicato su Libero del 11 maggio 2006
Mi ha insospettito il fatto che chi, come me, segue con appassionata attenzione le cose della politica sapeva tutto della pannellata, ma non aveva potuto leggerne sui giornali le ragioni. Cosa, questa volta, gli faceva girar le lune? Il problema ruota attorno all’assegnazione dei seggi al Senato: la Rosa nel Pugno non ne ha avuti, mentre Pannella sostiene che ne avrebbe avuto diritto a quattro. Siccome non mi fido, sono andato con santa pazienza a prendere la legge, così scoprendo che, sebbene più per un vuoto, un buco, che non per esplicita previsione, comunque Pannella ha ragione. Non so se i senatori che gli spettano siano quattro, so che gli spetta essere conteggiato, mentre, fin qui, i suoi voti sono stati semplicemente cancellati. Anzi, no, sono stati utilizzati per fare il conto di quelli presi dall’Unione, che al Senato sono comunque meno della Casa delle Libertà.
Così, mentre Pannella strilla e si fa buttare fuori, mentre il mercato dell’informazione ci vende il folklore e ci tace la sostanza, quel che lascia basiti è il silenzio della politica. Già, perché la faccenda è seria. I radicali si trovano dentro un’alleanza (avendo traslocato ed avendo messo su casa con Boselli, che a sinistra c’è sempre stato) è significativo, però, che non trovino, fra i nuovi alleati, qualcuno disposto a dar loro una mano. E non la troveranno, per due ragioni: la prima è che i loro senatori dovrebbero essere tolti a qualche alleato; la seconda è che al Senato già non c’è maggioranza, figurasi poi a dare dei seggi a gente malfidata come i radicali, capaci di mettere su un casino per questioni di principio. Per le stesse ragioni, però, si dovrebbe manifestare una qual certa solidarietà nel fronte opposto, per altre due bune ragioni: la prima è che al Senato già non c’è maggioranza, ed avere anche dei senatori radicali sarebbe un sollazzo; la seconda è basata sulla mera gratitudine, dacché Pannella, protestando, pianta anche nella sinistra la bandierina del voto irregolare.
Lo dico per amore del diritto e dell’arte, dato che lo stesso Pannella ha appena compiuto la meno comprensibile delle scelte, appoggiando la candidatura Napolitano, spero con risultati diversi di quando propose Oscar Luigi Scalfaro, il peggiore della storia repubblicana.
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Pubblicato su Libero del 11 maggio 2006
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
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