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Public Policy

Di fronte a un’Italia sempre più vecchia

Immigrazione: sfida positiva?

Dal rapporto 2006 dell’Istat emerge la necessità di intervenire con la politica

di Antonio Gesualdi - 09 novembre 2006

L"Istat ha sfornato il consueto annuario e i titoli sul web – che saranno scopiazzati domani sui quotidiani – parlano di "una popolazione in aumento ma soltanto grazie agli immigrati". I lettori di Terza Repubblica, mi auguro, saranno tra quelli meno sorpresi: non facciamo altro che ribadirlo. Siamo una popolazione che invecchia rapidamente e per questo con gravissimi problemi strutturali.
Ma allo stesso tempo mi auguro che nessuno possa ancora pensare che ad equilibrare il tutto bastino i flussi migratori.
Nel Nordest un emerito docente universitario ha scritto che "non possiamo fare a meno degli immigrati." E in un sussulto di spiritosaggine ha aggiunto: "È costoso organizzare voli charter che, ogni mattina, portino gli operai a Chiampo, e la sera li riportino a Bucarest o a Dakar. È anche complicato modificare radicalmente la struttura produttiva, eliminando le produzioni a alta intensità di lavoro. Non è neppure possibile eliminare tanti lavori di servizio alle persone, che ormai i ricchi italiani non sono più disposti né a fare né a far fare ai loro figli. Anche esternalizzare il lavoro – oltre a non essere sempre facile, specialmente per alcune produzioni – può creare problemi. Se diminuiranno troppo i lavoratori, il forte (e certo) incremento degli anziani porterà alla bancarotta il sistema pensionistico. Conviene quindi attrezzarsi culturalmente e organizzativamente, in modo che un’ opportunità economica possa diventare anche un arricchimento sociale, minimizzando altresì i rischi per la sicurezza di tutti (cittadini e immigrati onesti)." Insomma una specie di buonismo camuffato da scientificità. I fatti sono altri.
In tutti i paesi di immigrazione è stato dimostrato che le donne si sono adeguate al tasso di fecondità delle autoctone. Se poi si calcola l"incidenza dei flussi migratori sulla struttura della popolazione e non sul numero assoluto si noterà che i guai potrebbero essere ancora maggiori per il sistema pensionistico perché l"immigrato ha un"età media di 30 anni e non di 1 o 2 anni e quindi andrà ad ingrossare con 30 anni di anticipo la fascia dei pensionati. In Germania tra il 1951 e il 1984 un"immigrazione netta di 7,8 milioni di persone ha contribuito a ridurre la percentuale di anziani di appena 0,5 punti percentuali e di 0,4 anni l"età media.
In realtà la questione dei flussi migratori è una questione prettamente politica come sostiene un rapporto di Futurible International (2004) sull"invecchiamento delle popolazioni. Tant"è che sia per l"intera Francia che per il solo Nordest italiano si stima una necessità di 50.000 ingressi nuovi all"anno. Ma di fatto la Francia ha 60 milioni di abitanti e il Nordest italiano ne ha 6 e mezzo! Mentre l"Onu sostiene che per mantenere la stessa struttura della popolazione di oggi fino al 2050 - e anche lo stesso rapporto tra attivi e pensionati - i francesi dovrebbero accogliere 94 milioni di immigrati e gli italiani 120 milioni. Neppure l"ufologia era mai giunta a tanto.
Non solo, ma se si guarda il fenomeno anche dall"altra parte, ci si accorge che certi paesi d"emigrazione tradizionale di popolazione a forte componente giovane e povera si stanno trasformando in terra d"immigrazione (il Medio Oriente del petrolio per l"Oriente). Se diminuirà l"emigrazione assoluta aumenterà anche la concorrenza dei paesi di immigrazione in quanto le attrattive saranno diverse: gli immigrati vanno dove le economie tirano e sono in crescita, non dove stagnano. Inoltre gli immigrati accrescono le rimesse a mano a mano che aumenta il reddito che percepiscono e il 40% di essi ritornano nei paesi d"origine. Per la questione delle rimesse l"immigrato resta sempre a rischio "fascia di povertà" nel Paese ospitante. Questo spiega anche perché il rapporto tra popolazione generale e numero dei detenuti italiani è di circa 90 a 100.000, meno dello 0,1%. Invece il rapporto tra popolazione di extracomunitari presente sul territorio italiano e percentuale di stranieri detenuti sfiora il livello di 1005 a 100000, ossia l’1,5% della popolazione straniera; 15 volte il rapporto che corre tra popolazione italiana e popolazione detenuta. L"immigrato è sempre in difficoltà nonostante rappresenti la fascia più alta di alfabetizzazione e di potenzialità del paese d"origine.
Come si vede, e solo aprendo qualche spunto di riflessione, le soluzioni appaiono ben più complesse di uno slogan. Non dimentichiamo c"è anche chi sostiene che un aumento dei tassi di attività dei più anziani potrebbe benissimo compensare quello che oggi, molti, richiedono al solo flusso migratorio.
In realtà è solo facendo figli che una società si ri-produce.
L"economista-demografo Gabriele Morettini ha dimostrato come i flussi migratori siano correlati agli andamenti demografici, ma non è dimostrabile che l"uno sia causa dell"altro o viceversa. Motivo per il quale sostengo che il flusso migratorio verso l"Italia abbia anche contribuito a frenare la modernizzazione e l"innovazione delle imprese e a tenere basso il costo della manodopera. Alle nostre imprese - dato il sistema che avevamo ereditato - negli ultimi anni è convenuto di più sfruttare manodopera a basso prezzo disponibile e continuare a ottimizzare gli ammortamenti degli investimenti fatti che non investire nel futuro. Con il risultato che oggi le nostre aziende sono vecchie e poco dinamiche.
Infine il Ministro Rosy Bindi ha detto che l"immigrazione “è una sfida che il nostro Paese può vincere, anche perché è una possibilità, una sfida positiva per l’Italia, che può contribuire anche a invertire il suo declino demografico e rappresentare in qualche modo un’interessante competizione per una nuova stagione italiana di natalità”. Se il Ministro avrà pazienza si faccia spiegare da qualche esperto quante donne fertili dovrebbero immigrare, ad esempio, nel rodigino dove il tasso di fecondità è di 0,8 per donna. E si faccia spiegare la condizione reale della popolazione della sua regione, la Toscana, tra le più vecchie d"Italia e con i più alti flussi migratori registrati.
Ma il Ministro, appunto, fa politica e non "policy".

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