Modificare la Finanziaria in modo bipartisan?
Il tavolo (autoptico) dei volenterosi
In altri Paesi il governo presenta la legge e non è emendabile. Prendere o lasciare.di Davide Giacalone - 12 ottobre 2006
Sul “tavolo dei volenterosi” si va sdraiando l’ignoranza istituzionale e la superficialità politica di molti. L’idea consiste nel verificare se è possibile modificare la legge finanziaria, evidentemente facendo ricorso ad una volontà che sia trasversale ai due schieramenti. Si sono subito opposti il presidente del Consiglio ed esponenti quotati della maggioranza, che ritengono di non dovere trattare con nessuno la loro legge (con nessun parlamentare, perché con tutti gli altri trattano), e si sono opposti anche politici della minoranza parlamentare, convinti che una brutta legge sia la cosa migliore. Gli uni e gli altri giocano a mosca cieca.
Il metodo Capezzone, a ben vedere, altro non è che il dettato costituzionale e la regolamentazione dei lavori parlamentari. Negare che ciascun parlamentare possa liberamente concorrere alla modifica di quale che sia legge, in volenteroso o meno accordo con chi gli pare, significa essere fuori dalla Costituzione. O, più probabilmente, all’oscuro. Il guaio è che sul parlamentarismo costituzionale è stato innestato un bipolarismo privo di forza, la cui traduzione pratica è un duplice ricatto: dei massimalisti, che restano indispensabili per conquistare la maggioranza elettorale; e del governo, che minaccia i parlamentari di cadere trascinandoli. Ciò porta ad una militarizzazione delle appartenenze e ad una faziosità priva di contenuti. E’ il diritto costituzionale e parlamentare a scardinare il bipolarismo taroccato, e l’unico antidoto, a legislazione vigente, è il potere partitocratrico di intruppare i parlamentari mettendone in dubbio la ricandidatura.
Si può cambiare sistema, però, e, paradossalmente, l’accoglienza riservata all’idea di Capezzone mette in luce una potenzialmente vasta maggioranza. In altri Paesi, seriamente maggioritari, il governo presenta la legge finanziaria senza che sia emendabile. Prendere o lasciare. In quel caso vale il principio dell’identità politica nel governo dell’economia. Ma in quei Paesi ci sono leggi elettorali che lasciano le ali estremiste fuori dal Parlamento. Ecco allora una buona missione per il tavolo, che dal reparto autopsia potrebbe essere trasferito in quello maternità: o si rispetta il diritto esistente, ed il Parlamento emenda; oppure si vara un vero e serio maggioritario.
www.davidegiacalone.it
Pubblicato da Libero
Il metodo Capezzone, a ben vedere, altro non è che il dettato costituzionale e la regolamentazione dei lavori parlamentari. Negare che ciascun parlamentare possa liberamente concorrere alla modifica di quale che sia legge, in volenteroso o meno accordo con chi gli pare, significa essere fuori dalla Costituzione. O, più probabilmente, all’oscuro. Il guaio è che sul parlamentarismo costituzionale è stato innestato un bipolarismo privo di forza, la cui traduzione pratica è un duplice ricatto: dei massimalisti, che restano indispensabili per conquistare la maggioranza elettorale; e del governo, che minaccia i parlamentari di cadere trascinandoli. Ciò porta ad una militarizzazione delle appartenenze e ad una faziosità priva di contenuti. E’ il diritto costituzionale e parlamentare a scardinare il bipolarismo taroccato, e l’unico antidoto, a legislazione vigente, è il potere partitocratrico di intruppare i parlamentari mettendone in dubbio la ricandidatura.
Si può cambiare sistema, però, e, paradossalmente, l’accoglienza riservata all’idea di Capezzone mette in luce una potenzialmente vasta maggioranza. In altri Paesi, seriamente maggioritari, il governo presenta la legge finanziaria senza che sia emendabile. Prendere o lasciare. In quel caso vale il principio dell’identità politica nel governo dell’economia. Ma in quei Paesi ci sono leggi elettorali che lasciano le ali estremiste fuori dal Parlamento. Ecco allora una buona missione per il tavolo, che dal reparto autopsia potrebbe essere trasferito in quello maternità: o si rispetta il diritto esistente, ed il Parlamento emenda; oppure si vara un vero e serio maggioritario.
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L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.