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Kyoto e disinformazione. Una spina nel fianco

Il ritorno (mediatico) del nucleare

Veronesi: Costruiamo centrali per limitare l'effetto serra. E la politica? sta a guardare

di Elio Di Caprio - 01 giugno 2007

Chi sa qualcosa del protocollo di Kyoto e dei parametri ambientali che stabilisce per l"Italia al fine di ridurre l"effetto serra? E quali sono gli interventi possibili o alternativi per centrare tale obiettivo? Basterebbe un ritorno al nucleare? Forse dovremmo fare come in Francia prima delle ultime elezioni presidenziali quando per combattere la disinformazione o la poca informazione è uscito nelle edicole un opuscolo dal titolo “Le cifre che dovete conoscere per non astenervi”.

Secondo la direzione statistica dell"OCSE l"Italia è uno dei Paesi in cui più manca l"informazione sui dati del Pil, del debito pubblico, dell"inflazione, della disoccupazione. Prevale da noi un giudizio qualitativo sullo stare peggio o meglio di prima, ma nella sostanza il dibattito politico si svolge senza punti di riferimento chiari e condivisi. E" questo uno dei motivi per cui i dati vengono continuamente manipolati e piegati alle esigenze propagandistiche di un sistema che si regge sulla delegittimazione degli avversari. Colpa dei mass media che non fanno il loro dovere o della disattenzione dell"opinione pubblica? Fatto sta che la classe politica non può rispondere del suo operato se manca almeno la presa d"atto , per così dire neutrale, dei problemi da risolvere. Se poi i problemi da trattare sono particolarmente complessi e spinosi e riguardano le prospettive non immediate ma di lungo termine, la disinformazione può produrre effetti ancora più nefasti. Ciò accade per il nostro approvvigionamento energetico e per la difesa ambientale. Chi dice che i rigassificatori sono pochi e chi dice che quelli programmati sono troppi, chi dice che l"energia nucleare serve e chi dice che non serve, anzi è pericolosa. Chi dice che per ridurre l"effetto serra e le emissioni nocive basta un po’ di fotovoltaico ed eolico in più e chi minimizza il contributo delle fonti alternative di energia.

A sentire l"ex amministratore delegato di Telecom, Marco Tronchetti Provera che di disinformazione dovrebbe intendersene abbastanza, l"energia nucleare è percepita in maniera negativa per mancanza di informazione. In Italia, secondo Tronchetti, c"è la capacità di rendere efficacissima la disinformazione e l"incapacità strutturale a rendere efficace l"informazione. Per questi motivi il manager si è fatto promotore assieme ad Umberto Veronesi ed alla Fondazione Cini di un convegno sui problemi energetici e sull"energia nucleare che si terrà a Venezia il prossimo settembre. L"oncologo Umberto Veronesi ha speso la sua credibilità di scienziato dichiarandosi favorevole alla costruzione in Italia di 10 centrali nucleari in 10 anni sulla base dell"elementare considerazione che l"energia nucleare è l"unica pulita in grado di combattere l"effetto serra che a sua volta determina, o contribuisce a determinare, i cambiamenti climatici di cui tutti siamo testimoni.

Provenendo tale messaggio rassicurante da un salutista per definizione come Veronesi forse questa è la volta buona perchè la disinformazione venga superata nonostante l"opposizione di principio degli ambientalisti a cui solo il parlare di un ritorno del nucleare in Italia ( ma sarebbe meglio parlare di un nuovo inizio) fa venire l"orticaria. Vedremo come andrà a finire. Ma poi scopriamo che il premio nobel per la fisica Carlo Rubbia che pure dovrebbe essere favorevole al nucleare, non tanto per proteggere la salute dei cittadini come vorrebbe Veronesi, quanto per bilanciare la nostra eccessiva dipendenza dalle fonti fossili di petrolio e gas, comincia a fare fuoco di sbarramento avanzando le sue perplessità e i suoi distinguo sul ritorno al nucleare e sulla sua efficacia. E" lo stesso Rubbia che come ex presidente del CNR negli anni passati aveva sferzato da tecnico i nostri governanti, invitandoli a non avere la vista corta, a uscire dall"inazione, a porsi in tempo la drammaticità del problema energetico- ambientale e ad investire quindi nel nucleare e nel solare-fotovoltaico.

A quale Rubbia credere? Vedremo se lo scienziato nei prossimi mesi correggerà il tiro e ritornerà alle sue precedenti indicazioni, superando l"imbarazzo di essere stato recentemente nominato consulente del Ministro dell"Ambiente Pecoraro Scanio che del nucleare non ne vuole proprio sapere. Non ci resta che aspettare l"ennesima strumentalizzazione a fini interni delle posizioni d Rubbia e Veronesi su un argomento come l"energia che dovrebbe essere per definizione bipartisan. Mentre gli altri pensano a costruire nuove centrali noi ci balocchiamo nei “tesoretti” da spendere non pensando al nostro futuro. Ormai è un dato di fatto che la ripresa del nucleare c"è e ci sarà in Europa e altrove non tanto per risolvere quanto per ridurre i problemi energetico-ambientali sempre più impellenti per tutti. Non è un vanto non poter disporre di nostri impianti nucleari, più tardi arriveremo all"appuntamento e peggio sarà per noi.

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