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L'Agenzia delle entrate sotto accusa

Il rapporto Eures sull'evasione fiscale

Il nostro sistema fiscale non fa niente contro gli evasori “veri” e colpisce chi paga

di Cinzia Giachetti* - 25 ottobre 2007

E’ di oggi la notizia che, secondo un rapporto dell’EURES, l"Istituto di ricerche economiche e sociali, avvocati, insegnanti, architetti, meccanici, psicologi, badanti, muratori, idraulici e falegnami sono tra le categorie che hanno il primato dell"evasione fiscale. La maglia nera ai docenti che danno lezioni private. E’ inutile che il governo promuova come recupero dell’evasione fiscale le maggiori entrate del fisco. Ormai è chiaro che i “terroristi” dell’Agenzia delle Entrate vanno a stanare solo i contribuenti che già hanno pagato tasse salate, mentre chi evade davvero se la ride. I cittadini onesti infatti sono ancora più arrabbiati perché gli accertamenti sono stati organizzati come dei veri e propri bliz. In base a supposizioni di maggiori entrate, basate su dei parametri di stili di vita, piuttosto che comprovate da documenti, il povero cittadino malcapitato si ritrova a non potersi difendere se non con l’accettazione di un concordato: “secondo noi tu hai evaso 100.000 euro, ma se mi dai subito 50.000 euro la chiudiamo qui”. La scelta quindi è quella di opporsi, con il grande rischio di dover pagare, magari dopo qualche anno, una cifra molto più grande, oppure concordare un importo più basso.

Chi di voi ha contatti con commercialisti, piccoli imprenditori e professionisti avrà avuto modo di verificare che è in corso un vero e proprio “sterminio” dei contribuenti più onesti. L’assurdo è che molti hanno dovuto accedere al credito bancario per poter provvedere al pagamento degli accertamenti. Sicuramente c’e’ qualcosa che non va nei criteri di valutazione dei probabili evasori. Se un cittadino riceve in regalo, magari dai genitori, una bella macchina, questa può rientrare in uno dei parametri di valutazione del fatturato dell’anno, sempre del malcapitato cittadino. Se poi denunci importi inferiori all’anno precedente non puoi giustificarti semplicemente per mancanza di commesse ma ci vogliono prove concrete. Spesso ricoveri in ospedale o lunghe malattie possono essere benvenuti per salvarti dall’attacco dei “terroristi” delle fisco, perché possono giustificare la diminuzione del tuo reddito. In questi giorni poi, non contenti del blocco amministrativo dell’auto, un altro messaggio “terroristico” è stato lanciato dalle Agenzie di recupero crediti: “Inizia il blocco dei conti correnti per chi non paga”. Mi piacerebbe sapere se tutto questo rientri nella legalità e nel rispetto della privacy, ma certamente ha contribuito a alimentare un clima di rabbia verso il governo. Molti cittadini stanno chiudendo conti correnti e aprono libretti al portatore per non rendere visibile la loro disponibilità.

Il problema è che il sistema è impazzito perché queste agenzie private non hanno accesso alle banche dati degli enti che ricevono i pagamenti dei cittadini e quindi mandano lettere minacciose a campionamento di gruppi di cittadini. Il messaggio è “conservate tutte le ricevute perché altrimenti dovete pagare 2 volte”. E’ chiaro che le tasse e le multe vanno pagate, ma questi metodi hanno creato un clima di terrore: da un parte c’è lo Stato onesto, dall’altra il cittadino disonesto e evasore. Tutto questo poi fa perdere tempo a tutti, cittadini, commercialisti e agenzie di recupero crediti: gli uni per ricercare le ricevute dei pagamenti già fatti, gli altri per accogliere tutte le proteste e annullare le pratiche. Ma ci dovrà essere un altro sistema che da un lato “stani” gli evasori e dall’altro riduca la pressione fiscale a chi paga aliquote troppo alte. Ma perché non si può creare un “conflitto” di interessi tra chi acquista e chi vende. Perché il sistema fiscale non permette al cittadino di detrarre le spese di idraulici, muratori, falegnami, lezioni private dei figli ecc.? Nessun governo ha mai fatto queste scelte e le risposte su questo tema sono sempre evasive. Alcuni riformisti sono d’accordo, altri dicono che si andrebbero a toccare troppi interessi, altri ancora che non sarebbe giusto nei confronti delle famiglie più povere, con redditi bassi, che non potrebbero usufruire di questi vantaggi. Ma le famiglie povere anche oggi non hanno modo di detrarre le spese del medico, delle assicurazioni ecc. Ci devono essere altri motivi che la casta al momento non ha espresso ufficialmente.

Certo è che con questo sistema fiscale l’evasione viene favorita e non si può neanche condannare più di tanto chi cerca il “nero” per sopravvivere. Un piccolo imprenditore con 100 dipendenti di una società che fa ricerca mi ha detto che ha pagato tra IRPEF, IRAP ecc. il 70%. Si, è vero, il governo ha ridotto le tasse alle imprese con il cuneo fiscale, peccato però che contemporaneamente alcune spese non siano più detraibili e che quindi non ci sia stato alcun beneficio, ma anzi un aumento della pressione fiscale. Un discorso a parte meritano i lavoratori dipendenti che, ogni mese, prima pagano le tasse e poi si prendono la paga mensile. Qui c’e’ un problema doppio: costo del lavoro e prelievo fiscale troppo elevati. In questo quadro deprimente una riflessione finale: basterebbe ridurre la spesa pubblica di enti centrali e locali, i privilegi di pochi e riorganizzare la macchina dello Stato per ridare qualcosa a tutti, avere servizi più efficienti e rilanciare lo sviluppo dell’ Italia.

* l"autrice è Presidente Federmanager - Pisa, e Presidente di Progetti Manageriali s.r.l. - Roma

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