Elezioni presidenziali francesi del 2007
Il pericolo del vuoto politico
Il sistema elettorale è entrato in crisi per l'incapacità della classe dirigente politicadi Antonio Gesualdi - 20 dicembre 2006
Emmanuel Todd, uno dei più geniali intellettuali francesi, li ha definiti "candidati del vuoto". Sego e Sarko - assieme a Le Pen - non sarebbero altro che l"espressione della sempre più incolmabile distanza tra la classe dirigente (nazionale, ed europea) e le popolazioni; definite "classe media", "popolo" o "cittadini".
Il sistema mediatico più che avvicinare ha prodotto una specie di camera iperbarica che apparentemente sembra far rivivere la Politica, ma in realtà la allontana dalle vicende reali. Anzi i francesi oggi hanno anche da risolvere il problema del registro degli affetti tra giornaliste e politici. Deontologia professionale o vasi comunicanti troppo sanguigni? Di fatto dopo Anne Sinclair e Dominique Struss-Kahn, hanno ufficializzato le loro unioni sentimentali anche Christine Ockrent e Bernard Kouchner, Beatrice Schoendberg e Jean Louis Borloo e adesso anche Marie Drucher e Francois Barion. Media (tv!) e Politica si sposano, letteralmente, altro che Politica.
E così i candidati - che, evidentemente, umani troppo umani - non esprimono più valori, credenze collettive, visioni per il futuro, ma finiscono per esprimere solo se stessi: uno stile di vita, un modo di vestirsi o di parlare o di gesticolare. Una tailleur bianco virginale per Sego e un cipiglio filoamericano per Sarko. Così come noi italiani siamo già abituati alle scarpe di D"Alema, alle cravatte di Berlusconi o alle giacche di Bertinotti, tutto in prima pagina di quotidiani nazionali.
Niente di più niente di meno, come sostiene Todd, che il "vuoto". Un uomo politico dovrebbe incarnare un"idea, un progetto sociale e invece - preso dal vortice della falsa opinione pubblica e sondaggista - finisce per incarnare solo se stesso e la sua piccola cerchia. Che senso ha, infatti, un sondaggio politico sei mesi prima di un"elezione se non quello di cercare di imporre questo o quel candidato? Che senso ha l"apparizione quasi quotidiana in televisione, magari anche tra pentole, ciabatte e salotti invallettati? Che senso ha se non il senso di un declino?
Infine una pseudo-mobilitazione di apparato decide - attraverso primarie e cose simili - chi deve candidarsi, magari alla presidenza di una Repubblica.
Oggi i francesi si ritrovano a dover scegliere tra una candidata di centro-destra che vuole militarizzare le carceri e uno di destra che fa della sicurezza il proprio perno politico, ma che si ritrova con moti di piazza continui. Non c"è scelta, Sego e Sarko, sono entrambi candidati che avevano votato "sì" alla Costituzione europea e dunque il loro vero avversario è, e resta, Le Pen. Nessuna politica mediatica, sondaggistica riesce a neutralizzare Le Pen. Questo è il dramma: altro che amorevoli siparietti tra politici e giornaliste.
Nei fatti i due turni elettorali francesi sono diventati inutili: la vera partita si giocherà - come è stato nel 2002 - solo al primo turno. Quel sistema elettorale è stato mandato in crisi dall"incapacità della classe dirigente politica francese di gestire il corso della storia. Non c"è un partito di mezzo, moderato, calmierante degli estrimi, ma un"estremo che condiziona i moderati di destra e di sinistra. E un Le Pen, oggi, si permette anche di fare campagna elettorale con un manifesto con una giovane maghrebina che, a pollice verso, dice: "hanno distrutto tutto!". Sarkozy, invece, promette "la France d"après" (che potremmo anche tradurre: "dopo la Francia") e Royal ha un "Désirs d"avenir" (con quel "desiderio" che in rete ha scatenato una campagna elettorale parallela fatta tutta di riferimenti sessuali con tanto di fotomontaggi della Royal).
A pensar male ci sarebbe anche da considerare che Sarko e Sego, alla fine, non sapendo da che parte andare prevedono soltanto di riuscire a ottenere un qualche zero virgola in più dell"altro solo per potersi piazzare al secondo turno contro Le Pen e quindi, poi, attaccare l"estremista di destra. Se fosse, questa è una logica politica pericolosa non solo per la Francia ma per tutta l"Europa e l"Occidente. Ed è una logica che si basa sulla disciplina del voto di sinistra che ipoteticamente avvantaggia Sarko, ma che potrebbe anche venire a mancare!
In Politica il vuoto è pericoloso.
Il sistema mediatico più che avvicinare ha prodotto una specie di camera iperbarica che apparentemente sembra far rivivere la Politica, ma in realtà la allontana dalle vicende reali. Anzi i francesi oggi hanno anche da risolvere il problema del registro degli affetti tra giornaliste e politici. Deontologia professionale o vasi comunicanti troppo sanguigni? Di fatto dopo Anne Sinclair e Dominique Struss-Kahn, hanno ufficializzato le loro unioni sentimentali anche Christine Ockrent e Bernard Kouchner, Beatrice Schoendberg e Jean Louis Borloo e adesso anche Marie Drucher e Francois Barion. Media (tv!) e Politica si sposano, letteralmente, altro che Politica.
E così i candidati - che, evidentemente, umani troppo umani - non esprimono più valori, credenze collettive, visioni per il futuro, ma finiscono per esprimere solo se stessi: uno stile di vita, un modo di vestirsi o di parlare o di gesticolare. Una tailleur bianco virginale per Sego e un cipiglio filoamericano per Sarko. Così come noi italiani siamo già abituati alle scarpe di D"Alema, alle cravatte di Berlusconi o alle giacche di Bertinotti, tutto in prima pagina di quotidiani nazionali.
Niente di più niente di meno, come sostiene Todd, che il "vuoto". Un uomo politico dovrebbe incarnare un"idea, un progetto sociale e invece - preso dal vortice della falsa opinione pubblica e sondaggista - finisce per incarnare solo se stesso e la sua piccola cerchia. Che senso ha, infatti, un sondaggio politico sei mesi prima di un"elezione se non quello di cercare di imporre questo o quel candidato? Che senso ha l"apparizione quasi quotidiana in televisione, magari anche tra pentole, ciabatte e salotti invallettati? Che senso ha se non il senso di un declino?
Infine una pseudo-mobilitazione di apparato decide - attraverso primarie e cose simili - chi deve candidarsi, magari alla presidenza di una Repubblica.
Oggi i francesi si ritrovano a dover scegliere tra una candidata di centro-destra che vuole militarizzare le carceri e uno di destra che fa della sicurezza il proprio perno politico, ma che si ritrova con moti di piazza continui. Non c"è scelta, Sego e Sarko, sono entrambi candidati che avevano votato "sì" alla Costituzione europea e dunque il loro vero avversario è, e resta, Le Pen. Nessuna politica mediatica, sondaggistica riesce a neutralizzare Le Pen. Questo è il dramma: altro che amorevoli siparietti tra politici e giornaliste.
Nei fatti i due turni elettorali francesi sono diventati inutili: la vera partita si giocherà - come è stato nel 2002 - solo al primo turno. Quel sistema elettorale è stato mandato in crisi dall"incapacità della classe dirigente politica francese di gestire il corso della storia. Non c"è un partito di mezzo, moderato, calmierante degli estrimi, ma un"estremo che condiziona i moderati di destra e di sinistra. E un Le Pen, oggi, si permette anche di fare campagna elettorale con un manifesto con una giovane maghrebina che, a pollice verso, dice: "hanno distrutto tutto!". Sarkozy, invece, promette "la France d"après" (che potremmo anche tradurre: "dopo la Francia") e Royal ha un "Désirs d"avenir" (con quel "desiderio" che in rete ha scatenato una campagna elettorale parallela fatta tutta di riferimenti sessuali con tanto di fotomontaggi della Royal).
A pensar male ci sarebbe anche da considerare che Sarko e Sego, alla fine, non sapendo da che parte andare prevedono soltanto di riuscire a ottenere un qualche zero virgola in più dell"altro solo per potersi piazzare al secondo turno contro Le Pen e quindi, poi, attaccare l"estremista di destra. Se fosse, questa è una logica politica pericolosa non solo per la Francia ma per tutta l"Europa e l"Occidente. Ed è una logica che si basa sulla disciplina del voto di sinistra che ipoteticamente avvantaggia Sarko, ma che potrebbe anche venire a mancare!
In Politica il vuoto è pericoloso.
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.