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Public Policy

Impossibile quantificare gli “astenuti consapevoli”

Il paradosso della non scelta

Per il referendum la sconfitta dei promotori non coincide con la vittoria della Chiesa

di Antonio Gesualdi - 14 giugno 2005

Solito voto. Al microscopio: votano di più gli italiani delle regioni "rosse", meno quelli del Nordovest, più o meno tanto quelli del Nordest e meno di tutti quelli del Sud. E' stato così anche per gli altri referendum e, generalmente, le affluenze al voto hanno la stessa caratteristica. Quindi niente di nuovo sotto il sole: la mentalità degli italiani non è cambiata.

La nostra insistenza all'invito di non andare al mare era dovuta a questa consapevolezza: durante la prima Repubblica nessuno si sarebbe sognato di indicare ai cittadini di "non votare". Chi lo ha fatto ha pagato caro. In questa seconda Repubblica sono cambiati i giochi; il referendum resta espressione di democrazia diretta, ma viene svalutato dai troppi surrogati di democrazia diretta (sondaggi, interventi diretti su tv e giornali, forum ecc.). Non andare a votare significava favorire questi pseudo modelli di democrazia che fanno apparire il cittadino attivo e, invece, ne svuotano la volontà. Pensate soltanto al fatto che, nei sondaggi o nei questionari, vengono indicate già alcune risposte. A riprova basti dire che è dal 1995 che in Italia i referendum non raggiungono più il quorum.

Dunque solo il voto, e l'espressione di esso, e il Presidente della Repubblica lo ha dimostrato andando a votare, può essere considerato l'epicentro della democrazia e della volontà popolare. C'è un 20-30% degli italiani che di questo è convinto. E quindi possiamo stare tranquilli perché in alcune grandi democrazie occidentali vota anche solo poco più del 30% degli aventi diritto.

Impostare, poi, una battaglia politica o di mentalità sul "non-voto" è un non senso perché quell'atto mancato non diventa più leggibile e quindi è fortemente strumentalizzabile anche da un minoranza.

E' vero che il Papa ha chiamato in causa anche Dio per ammonire chi, eventualmente, non aveva intenzione di andare a votare, ma è anche vero che i cattolici, astenendosi, non si sono misurati, realmente, con il referendum. Hanno condotto una pseudo-battaglia elettorale. Insomma in un Paese dove un 25% degli elettori, mediamente, non va mai a votare è molto semplice fare la battaglia del "non voto". Si vince in partenza, ma è una vittoria di Pirro perché non è possibile, anche a posteriori, scindere il non-voto di coloro che, per qualche motivo, non sono andati a votare e il non-voto di coloro che non sono andati a votare per "astensione consapevole".

Ora, come è accaduto per molti altri referendum durante la seconda Repubblica, vedrete che sulla fecondazione assistita in Parlamento si troveranno altri equilibri e se non si vuole attardare completamente il nostro Paese nella ricerca avanzata, anche sulle cellule staminali, un'aggiustata alla Legge 40 si farà. Quanto alla Scienza, sia chiaro che a dettare le regole sono le tradizioni di un'intera popolazione e non qualche scoperta, discutibile, da laboratorio.

Antonio Gesualdi
www.anordest.it

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Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.