ultimora
Public Policy
  • Home » 
  • Archivio » 
  • Il maggioritario proporzionalizzato

Ciò che serve è un nuovo patto costituzionale

Il maggioritario proporzionalizzato

Il nuovo sistema elettorale ha un pregio: è più proporzionale. Ma con troppi difetti

di Antonio Gesualdi - 16 dicembre 2005

I politologi fanno i politologi e quindi non passa giorno che si inventino qualche considerazione sugli effetti della nuova legge elettorale. Siamo arrivati alla penalizzazione per i valdostani che non avrebbero il premio di maggioranza (come prima non avevano il 25% del proporzionale!) o al rischio per i piccoli partiti. Abbiamo dibattuto per anni sulla preferenza che degenerava i rapporti eletto-elettori e oggi dibattiamo sull"abolizione delle preferenze. I compilatori di liste bloccate e designatori di candidati vincenti, tra l"altro, avevano occupato il campo prima del livello nazionale già in Regione Toscana. Strano che ora, proprio da sinistra, venga questa sottolineatura.

Ma ci dimentichiamo che sistemi collaudati come quello statunitense nel 2000 si è inceppato e ha tenuto un intero paese in bilico per due mesi e il Presidente l"hanno deciso i ricorsi alle corti supreme. In Germania un buon sistema elettorale ha prodotto la Grosse Koalition. Se proprio vogliamo esagerare in Francia ci sono state legislature di coabitazione e in Gran Bretagna, quel sistema elettorale, da tre turni non permette l"alternanza di governo!

Insomma sui tecnicismi elettorali possiamo farla lunga e anche paradossale.

Pensare che l"abolizione dei collegi uninominali sarebbe andata di pari passo con l"abolizione di liste e listoni veri o presunti, espedienti dei piccoli partiti o dei singoli candidati e che si sarebbe abolita la frammentazione culturale e di mentalità degli italiani è una pura illusione. I leader dei rispettivi partiti e partitini, d"ora in poi, si organizzeranno per sfruttare al meglio le nuove regole. Tutto qua.

Quello che sappiamo per certo è che la nuova legge elettorale prevede una competizione per singola lista di rappresentanza e un premio di maggioranza alla Camera che premierà una sola coalizione. In teoria è assicurata la rappresentanza a tutti ma quelli che si coalizzano avranno qualche vantaggio. Se definissimo questo sistema un maggioritario proporzionalizzato non sbaglieremmo di molto. Ovvero si contano i voti in modo proporzionale all"interno delle possibili coalizioni e poi, tra queste, si decide, in modo maggioritario chi ottiene ulteriori seggi per poter avere una qualche maggioranza per governare. E" una legge pasticcio? Anche quella di prima era un pasticcio e anche quella della Prima Repubblica era una legge pasticciata. Al Senato - siccome la Costituzione impone una logica regionale - il pasticcio viene moltiplicato per 20 con effetti che, per ora, nessuno è in grado di prevedere. Ma proprio nessuno nessuno!

Allo stato delle cose, però, non si può negare la necessità per il nostro sistema politico di ritornare ad una legge proporzionale o che a questa si avvicini. Il Mattarellum era peggio e basti per tutti la pratica delle liste per l"abolizione dello scorporo o le liste civetta.

La realtà è che chi conduce il gioco è il voto di ogni singolo elettore e questo voto è segreto e conoscibile solo a posteriori. Il modo di contare questi voti, nelle democrazie avanzate, non si discosta mai molto dalla realtà. Quando si fanno gli esempi del tipo: Tony Blair governa con il 65% dei seggi ma ha solo il 35% dei voti si omette, sempre, di dire che gli altri partiti hanno percentuali ancora più basse di consenso. Dunque c"è poco da discutere: ogni sistema elettorale ha i pro e contro, ma in democrazia conta ogni singola testa e un eventuale premio di maggioranza non è altro che un supporto ad una maggioranza già espressa dagli elettori. Come si vede: è tutto logico, ma è anche tutto discutibile.

La realtà è che questo Paese è fortemente diviso e frammentato e in serie difficoltà economiche e sociali. Un deficit pubblico che dovremo pure pagare. Di conseguenza avremo una lotta politica all"ultimo sangue dentro e fuori le pseudo-coalizioni e un voto frammentato che farà definitivamente scoppiare questa seconda, inconcludente, Repubblica. A questo riguardo una legge più proporzionalista produce più benefici che guasti e contiene meglio eventuali pulsioni sovversive perché permette anche ai piccoli partiti di agire politicamente prima e dopo le elezioni.

Ma sia chiaro, come abbiamo sempre ripetuto, che il primo passo che ci attende, ormai, è una grande revisione della Costituzione altro che la modifica di qualche, pur importante, legge elettorale. Il nostro Paese deve scrivere il proprio futuro non possiamo più affidarci alle terze e quarte file di classe politica dirigente.

Social feed




documenti

Test

chi siamo

Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.