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La goccia che ha fatto traboccare il governo ombra

Il debutto stantio di Franceschini

Un capo di una corrente a vocazione settaria non serve. Senza un programma non si può governare

di Davide Giacalone - 24 febbraio 2009

Tutto, o quasi, depone contro Franceschini. Per sua mano, ed è caso più unico che raro, il governo ombra è stato sciolto prima di quello ufficiale. Esaurire idee e proposte stando all’opposizione è un risultato che richiede stoffa. Arriva alla segreteria dopo le dimissioni del predecessore, che, però, era stato plebiscitato da primarie farsa. Ha urlato che Berlusconi non vuole governare, ma comandare, poi ha aggiunto che deciderà tutto da solo e senza sentire nessuno, assumendo il comando insindacabile del Pd.

O non ha letto in anticipo il discorso che gli hanno scritto, o gli difetta il senso dell’umorismo. Veltroni cominciò rifiutando la demonizzazione dell’avversario, definendo il proprio un partito a vocazione maggioritaria. Franceschini sembra il capo di una corrente a vocazione settaria. E’ andato a Ferrara, per giurare sulla Costituzione portata dal babbo, ex partigiano. Qualcuno lo informi che i privati cittadini, quali sono i segretari di partito, non giurano, e se la Costituzione è degradata a bandiera di parte le si rende un pessimo servizio.

A Veltroni feci un’apertura di credito, perché il progetto politico proclamato aveva un senso e poteva funzionare. Solo che ha razzolato come peggio non si poteva, finendo in braccio ai più esagitati estremisti del suo stesso schieramento. Franceschini debutta cancellando quel disegno, né se ne scorge uno alternativo. Veniamo al “quasi”: le vie della politica sono infinite, e talora i deboli riescono in quello che i presunti forti falliscono. A capo della sinistra si trova oggi un democristiano, che afferma di voler far fuori tutti i comunisti del gruppo dirigente, ovvero della componente storicamente più forte ed attualmente più ricca della sinistra. Se non è una sbruffonata, è da seguirsi con interesse. Propendo per la prima ipotesi, ma non si sa mai.

La sinistra, in questa smandrappata seconda Repubblica, ha vinto solo con Prodi, ovvero con un democristiano che sapeva fare il verso a Berlusconi, coalizzando tutti i suoi oppositori. Era una formula vincente, ma inutile per governare. Come si è visto. Franceschini è abbastanza debole e transitorio da potersi permettere di dire cose serie, circa i programmi. E se vuole trovarne per una sinistra riformista, legga queste colonne. Non lo farà, naturalmente.

Pubblicato su Libero di martedì 24 febbraio

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