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Quanta ipocrisia intorno all'outing del cantante

Il caso Morgan

Morgan fra ipocrisie pubbliche, private e politiche

di Luca Bagatin - 08 febbraio 2010

Tanto perché si alzino gli ascolti della 60esima edizione del Festival di Sanremo - il sempre più inguardato show musicale che mammaRai ci propina, stancamente, ogni anno - ecco arrivare il "caso Morgan".

L"ipocrisia piove come melassa. La droga fa male.....Lo slogan più agitato in questi giorni in questo Paese ove pare che i suoi cittadini-sudditi-contribuenti-spettatori siano dei bimbetti scemi da addomesticare. Sì, dei bimbetti scemi che vanno dietro a qualsiasi cosa. A qualsiasi moda.

Come se il problema droga fosse solo il problema coca, eroina ecc.... Il problema è molto più complesso e lo sanno bene lorsignori. Il problema è che la televisione è e può diventare una droga. Ma lo è anche il cibo, a diversi livelli e....molte altre cose. La droga più pericolosa è purtuttavia l"abitudine all"ipocrisia ed alla menzogna.

Morgan, che purtuttavia ora fa ipocritamente marcia indietro anche lui, che cosa aveva detto infondo ? Che a lui la coca fa bene. Fatti suoi. Che Freud - padre della psicanalisi - ne faceva uso e che la prescriveva. Verissimo, e allora ? E allora dov"è lo scandalo ? Lo scandalo è quello di un Paese che ha avuto il peggior "68 del mondo Occidentale, dove si scimmiottavano gli hippies e non si conoscevano punto i beat (come Kerouac, Ferlingetti, Burroughs e tutti i grandi come loro). Un Paese ove le ricerche libertarie del Dr. Timothy Leary sull"LSD sono pressoché sconosciute e così quelle - sul piano letterario - dello scrittore Aldous Huxley.

Un Paese che mangia le ostie della Televisione di Stato come accadeva nell"Urss o accade oggi nel Venenzuela di Chavez. Un Paese ove è lo Stato - ovvero la politica - a giudicare ciò che è bene e ciò che è male. Così si fa, così no. Un Paese controriformatore che da secoli cerca riforme che non si faranno mai: spirituali prima ancora che politiche. Un Paese con una classe dirigente che ha paura dell"antiproibizionismo sulla cannabis, sull"hashish e su tutte queste non-droghe (sia detto una volta per tutte), ma che - di nascosto - è capacissima di farsi d"altro. Un Paese di frequentatori di transessuali....nel privato, ma di bigotti nel pubblico. Per il bene della nostra amata famiglia ! Un Paese che non ama legalizzare la prostituzione perché l"illegalità - tutto sommato - fa comodo (sic !).

Ecco, l"illegalità. L"illegalità è sinonimo spessissimo di proibizione dei costumi, di qualche cosa che si preferisce tenere nascosto agli occhi dei più. Qualcosa che agevola pochi a danno dei molti. Il nostro Paese pare amare tale eterna ipocrisia di fondo. Ipocrisia impensabile in un Paese anglosassone e luterano (e dunque Riformato), ove è la responsabilità individuale a dettare l"agenda morale di ciascuno. Responsabilità individuale che prevede, infatti, il concetto di "libertà individuale", di "libertà di coscienza" e non quello di "ipocrisia collettiva" e/o di "moralismo diffuso". Mai come in questi mesi un discorso di questo tipo è più attuale. Il Re, come si diceva un tempo, è nudo. Più nudo che mai.

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Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.