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In arrivo la riforma "epocale" della giustizia

Il calabrone e lo scarafone

Noi, spettatori inermi, di un noioso teatrino

di Davide Giacalone - 09 marzo 2011

Domani il governo varerà la riforma “epocale” della giustizia. Sono norme costituzionali, pertanto di lenta approvazione e ancor più lenta applicazione. Per credere che ne vedremo gli effetti occorre avere fede. C’è chi non ne ha il dono e chi lo riserva per faccende meno contingenti.

Se vivessimo in una condizione normale quelle proposte sarebbero approvate anche dall’opposizione, perché si può discutere sulle virgole, ma non sul fatto che appartengono al mondo dell’ovvio. Lo ha detto anche Marco Boato, esponente della sinistra e autore della bozza omonima, che avrebbe dovuto cambiare la giustizia già all’epoca della bicamerale. Correva l’anno 1997. Siamo ancora alla casella di partenza. Invece sarà battaglia.

Il governo sembra un calabrone. Secondo uno scienziato (che fece dei calcoli considerandone, erroneamente, lisce le ali) il calabrone non può volare. Lui non lo sa, e vola. Anche il governo, che vede lievitare la maggioranza. Per forza: non si scorgono alternative e se cade si va al voto, cosa che indispone i tenutari di seggiola. Essendo sempre alle prese con la giustizia, e non essendo riusciti a fare riforme risolutive, ora si dedicano al cambio della Costituzione. Come un atleta che non riesce a saltare in alto, quindi passa al salto con l’asta.

L’opposizione sembra uno scarafone. La mamma non ce l’ha, quindi non piace a nessuno. Vivendo solo per opporsi, campa a rimorchio delle idee altrui, nutrendosi di sberleffi e dispettucci. Politica, neanche a parlarne. Così procedendo è finita prigioniera della magistratura corporativa e politicizzata, che se tornasse in vita il vecchio Palmiro calzerebbe gli scarponi chiodati, prima di spiegarsi prendendoli da tergo.

Ripetevano a macchinetta che Silvio Berlusconi, sola luce dei loro occhi, unica stella fissa a orientarne il cammino, vuole sottrarsi alla giustizia. Lui li frega e affronta il processo del lunedì. Nel frattempo riorganizza il suo partito e li lascia a dilaniarsi per altri mesi, alacremente intenti all’autodistruzione. Anche i referendum tornano utili, per dimostrarli conservatori e inaffidabili.

Noi qui, ad osservare il calabrone e lo scarafone. Cribbio che lusso, che spettacolo. Che noia.

Pubblicato da Libero

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