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Elezioni europee 2009: perché non voterò

Il 7 giugno mi astengo

“La mia non è un’indicazione politica: è solo la fedeltà alla mia coscienza”

di Massimo Teodori - 05 giugno 2009

Non posso votare Berlusconi perché è mille miglia lontano dai miei valori ideali e politici, dalla mia cultura e dal mio senso del diritto e dello Stato. Non posso votare il Partito democratico che non mi dà alcun affidamento per un sano riformismo laico e liberale.

Non posso votare Casini perché la sua rincorsa clericale non è neppure degna della tradizione della balena bianca. Non possono votare Di Pietro perché detesto il giustizialismo, il populismo e la demagogia. Non posso votare la Lega perché non ho nulla a che fare con il localismo e l’etnofobia.

Non posso votare le destre che mi sono congenialmente estranee. Non posso votare “Sinistra e libertà” e i Comunisti perché avverso le tendenze che hanno impedito la nascita di una sinistra riformatrice in Italia.

Non posso votare i pannelliani perché il culto della personalità e il vittimismo sono la caricatura del radicalismo laico e liberale. E non mi posso neppure turare il naso, come aveva detto Salvemini nel 1953 ancor prima di Montanelli, perché ho un gran raffreddore, e resterei soffocato.

Quindi mi asterrò. Conosco il disvalore dell’astensione. Ma la mia non è un’indicazione politica: è solo la fedeltà alla mia coscienza.

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Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.