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Si vota a Catania, la scheda è lunga un metro

I trucchi per sfuggire al bipolarismo

Lombardo, Udc, presenta quattro liste e lascia libertà per la scelta del sindaco

di Giuliano Gennaio - 10 maggio 2005

Per salvare il salvabile, a Catania, ha cambiato strategia persino Silvio Berlusconi: ha dedicato ben 48 ore di strette di mano, visite alle aziende e passeggiate nei quartieri popolari della ridente città dove tutto è luce.

Il bagno di folla insieme al sindaco uscente Umberto Scapagnini sembra non bastare però. Le elezioni di domenica prossima potrebbero confermare il trend delle elezioni europee, regionali e provinciali: man bassa per il centro sinistra. O meglio, per Enzo Bianco, candidato prescelto(si) alla guida (per la terza volta non consecutiva) della città di Catania. E sarebbe il primo segnale forte che in Sicilia il predominio della Casa delle Libertà è ormai un sogno.

Bianco, il sindaco delle cento città e delle mille aiuole, gode di una più reale che presunta popolarità, è avvantaggiato dall’unità dei partiti che lo sostengono e soprattutto ha la fortuna di trovarsi Scapagnini come avversario. Il medico personale del Cavaliere infatti, seppure ha bene amministrato la città, si ritrova a dover far fronte ad una coalizione smembrata. Forza Italia perde consensi, Alleanza Nazionale ha un partito ormai dilaniato dai mille scontri dei dirigenti locali e soprattutto il potente Udc si è diviso tra il gruppo dei quarantenni di Filippo Drago, attuale parlamentare della Repubblica e l’attivismo di Raffaele Lombardo, leader Udc, che ha addirittura presentato quattro liste autonome, lasciando libertà di voto ai cittadini per la scelta del sindaco e quindi staccandosi dalla Casa delle Libertà: come dire, ognuno per sè, Bianco su tutti. Se a ciò aggiungiamo il passaggio del rettore dell’università di Catania, Ferdinando Latteri, che alle Europee ha preso migliaia di preferenze, e di Filadelfio Basile, parlamentare già di Forza Italia, ai gruppi della Margherita, capiamo come l’emorragia di consensi si riverserà tutta nelle urne. Tutto a vantaggio del candidato terzista? Non crediamo. L’avvocato Fiumefreddo in passato ha infatti dimostrato scarsa capacità di autonomia, appoggiandosi al centro destra per una poltrona di assessore.
Incomincia “il più grande concorso pubblico mai bandito a Catania” come è stato definito da Attilio Bolzoni su Repubblica: ben 1323 candidati e 31 liste. Gli elettori, al seggio, troveranno un tabellone di 4 metri e una scheda lunga un metro.

Più candidati, più liste, più voltagabbana, più crisi di coalizione, più tutto: e non è il programma di governo di Berlusconi.
E poi ci vengono a parlare dei benefici del bipolarismo e di come abbia facilitato la scelta degli elettori.

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