Le misere speculazioni politiche sulla vicenda Englaro
I travagli del bipartitismo (im)perfetto
Un nuovo spartiacque: partito della vita e partito della morte?di Elio Di Caprio - 09 febbraio 2009
Forse è un bene che le nuove generazioni leggano poco i giornali, preferiscano i messaggi spot di you tube e si appassionino più al Grande Fratello che ai seriosi dibattiti radiofonici e televisivi. Almeno così si risparmiano l’ennesima speculazione politica che si è innestata sul pietoso “caso” di Eluana Englaro.
In Italia tutto si politicizza e tutto finisce nel tritacarne propagandistico che si esaurisce, il più delle volte, nello spazio di un mattino.
Ma questo caso è alquanto diverso dagli altri per le reazioni che può suscitare nell’opinione pubblica che si sente trascinata, suo malgrado, da un’ossessiva strumentalizzazione a prendere posizione.
O veramente pensiamo che possa trovarsi, a partire dalle vicende attuali, una chiara soluzione al problema “eterno” di quanto possa essere invasa la sfera privata e individuale dal potere dello Stato o della religione?
Non è più l’epoca dei santoni, religiosi o laici che siano, non è più il tempo dei Pannella e non sono ancora arrivati quelli dei Giuliano Ferrara tutti d’un pezzo che hanno capito prima e meglio di noi dove è il bene e dove è il male. E’ invece il tempo molto più prosaico di un berlusconismo sempre più elastico e sfaccettato che tra mille contraddizioni cerca si conservare a tutti i costi il primato del potere: ora è per lo Stato laico, poi non disdegna di collegarsi direttamente con il Vaticano, prima inveisce contro l’invadenza dello Stato, poi proprio nel caso Englaro dà il via a un decreto legge di ingerenza dello Stato, prima non dà alcun peso alle riforme costituzionali bipartisan invocate da più parti, poi vorrebbe riformare d’un colpo una Costituzione ritenuta troppo “sovietica” o bolscevica.
E l’antiberlusconismo cosa risponde? Finalmente ha un motivo strumentale per mettere in mora il Presidente del Consiglio, tenta di sparigliare le carte a suo favore scomodando il vecchio Scalfaro per una manifestazione unitaria- una volta si sarebbe detto antifascista- a difesa della sacralità della Costituzione. Ma dimentica che fino a ieri la componente dei DS nei suoi massimi esponenti, da Veltroni a D’Alema, ha sempre invocato modifiche costituzionali per modernizzazione il Paese. Sulla stessa linea si è sempre espresso, sia pure in maniera accorta e guardinga, lo stesso Presidente della Repubblica. Ed ora tutto al macero? Si deve conservare tutto com’è? La confusione è massima quando si cerca di politicizzare all’estremo persino il passaggio dalla vita alla morte.
Appare sempre più chiaro che tutto quel che sta succedendo è per il Cavaliere un’occasione in più, un secondo colpo del “predellino” per fare chiarezza in casa propria, una forzata chiamata a raccolta del popolo di centro destra un mese prima che venga costituito formalmente il Partito della Libertà. Ancora una volta è il Cavaliere ad aver deciso di cavalcare quello che dovrebbe essere il nuovo spartiacque della politica italiana: da una parte il partito della vita, dall’altro quello della morte.
Ma è una contrapposizione che va oltre il buon senso, una forzatura che può essere usata solo per fini politici e quindi di potere. Se questa è un’estrema intuizione politica o un calcolo sbagliato di Berlusconi lo vedremo presto. Intanto le conseguenze sono sotto gli occhi tutti. Il 27 marzo dovrebbe andare in scena la creazione formale del PDL con gli esponenti delle due maggiori componenti su posizioni opposte riguardanti un tema apolitico come quello del caso Englaro che Berlusconi ha voluto ostentatamente trasformare in una sorta di crociata.
Per l’ennesima volta Gianfranco Fini, il vero valore aggiunto della componente di AN, colui che si era espresso in maniera nettamente contraria sullo specifico caso è smentito da Berlusconi, ricacciato indietro e sfidato sul tema troppo grosso della “difesa della vita” diventato improvvisamente l’elemento fondante dello schieramento di centro destra, compresa la Lega e i recalcitranti dell’UDC.
Tutti allineati e coperti a non smentire il capo in questa nuova battaglia anche se è difficile pensare che non esistano grosse riserve mentali in coloro a cui è fatto quasi obbligo di prendere posizione. Così vediamo l’ex socialista Sacconi- miracolo delle competenze- che, dopo Alitalia, agisce da plenipotenziario per sbrogliare la matassa del conflitto politica-magistratura-autorità sanitarie su chi ha diritto di decidere se come e quando Eluana Englaro dovrà morire. Manca ancora all’appello il Ministro Brunetta e poi siamo al completo.
Né si può dire che nel PD viga una unanimità di posizioni tra l’ala DS e quella cattolica, minoritaria. Tanto è vero che l’obbiettivo dell’opposizione è stato subito spostato e deviato, sulla prepotenza, vera o presunta, del Cavaliere che vuole agire senza condizionamenti di altri poteri, da quello parlamentare a quello del Capo dello Stato.
Un bel risultato e uno scoglio imprevisto per chi voleva farci credere che PD e PDL avrebbero rappresentato in toto vecchie pulsioni e nuove sintesi di schieramento destinate a prevalere sui conflitti irriducibili di una volta.
Non è più l’epoca dei santoni, religiosi o laici che siano, non è più il tempo dei Pannella e non sono ancora arrivati quelli dei Giuliano Ferrara tutti d’un pezzo che hanno capito prima e meglio di noi dove è il bene e dove è il male. E’ invece il tempo molto più prosaico di un berlusconismo sempre più elastico e sfaccettato che tra mille contraddizioni cerca si conservare a tutti i costi il primato del potere: ora è per lo Stato laico, poi non disdegna di collegarsi direttamente con il Vaticano, prima inveisce contro l’invadenza dello Stato, poi proprio nel caso Englaro dà il via a un decreto legge di ingerenza dello Stato, prima non dà alcun peso alle riforme costituzionali bipartisan invocate da più parti, poi vorrebbe riformare d’un colpo una Costituzione ritenuta troppo “sovietica” o bolscevica.
E l’antiberlusconismo cosa risponde? Finalmente ha un motivo strumentale per mettere in mora il Presidente del Consiglio, tenta di sparigliare le carte a suo favore scomodando il vecchio Scalfaro per una manifestazione unitaria- una volta si sarebbe detto antifascista- a difesa della sacralità della Costituzione. Ma dimentica che fino a ieri la componente dei DS nei suoi massimi esponenti, da Veltroni a D’Alema, ha sempre invocato modifiche costituzionali per modernizzazione il Paese. Sulla stessa linea si è sempre espresso, sia pure in maniera accorta e guardinga, lo stesso Presidente della Repubblica. Ed ora tutto al macero? Si deve conservare tutto com’è? La confusione è massima quando si cerca di politicizzare all’estremo persino il passaggio dalla vita alla morte.
Appare sempre più chiaro che tutto quel che sta succedendo è per il Cavaliere un’occasione in più, un secondo colpo del “predellino” per fare chiarezza in casa propria, una forzata chiamata a raccolta del popolo di centro destra un mese prima che venga costituito formalmente il Partito della Libertà. Ancora una volta è il Cavaliere ad aver deciso di cavalcare quello che dovrebbe essere il nuovo spartiacque della politica italiana: da una parte il partito della vita, dall’altro quello della morte.
Ma è una contrapposizione che va oltre il buon senso, una forzatura che può essere usata solo per fini politici e quindi di potere. Se questa è un’estrema intuizione politica o un calcolo sbagliato di Berlusconi lo vedremo presto. Intanto le conseguenze sono sotto gli occhi tutti. Il 27 marzo dovrebbe andare in scena la creazione formale del PDL con gli esponenti delle due maggiori componenti su posizioni opposte riguardanti un tema apolitico come quello del caso Englaro che Berlusconi ha voluto ostentatamente trasformare in una sorta di crociata.
Per l’ennesima volta Gianfranco Fini, il vero valore aggiunto della componente di AN, colui che si era espresso in maniera nettamente contraria sullo specifico caso è smentito da Berlusconi, ricacciato indietro e sfidato sul tema troppo grosso della “difesa della vita” diventato improvvisamente l’elemento fondante dello schieramento di centro destra, compresa la Lega e i recalcitranti dell’UDC.
Tutti allineati e coperti a non smentire il capo in questa nuova battaglia anche se è difficile pensare che non esistano grosse riserve mentali in coloro a cui è fatto quasi obbligo di prendere posizione. Così vediamo l’ex socialista Sacconi- miracolo delle competenze- che, dopo Alitalia, agisce da plenipotenziario per sbrogliare la matassa del conflitto politica-magistratura-autorità sanitarie su chi ha diritto di decidere se come e quando Eluana Englaro dovrà morire. Manca ancora all’appello il Ministro Brunetta e poi siamo al completo.
Né si può dire che nel PD viga una unanimità di posizioni tra l’ala DS e quella cattolica, minoritaria. Tanto è vero che l’obbiettivo dell’opposizione è stato subito spostato e deviato, sulla prepotenza, vera o presunta, del Cavaliere che vuole agire senza condizionamenti di altri poteri, da quello parlamentare a quello del Capo dello Stato.
Un bel risultato e uno scoglio imprevisto per chi voleva farci credere che PD e PDL avrebbero rappresentato in toto vecchie pulsioni e nuove sintesi di schieramento destinate a prevalere sui conflitti irriducibili di una volta.
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.