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Public Policy

Lo spinoso problema dei costi della casta

I parlamentari mestieranti

La politica richiede professionalità forti, addestramento duro, selezione feroce

di Davide Giacalone - 20 marzo 2008

Non mi piace il grillismo, non mi piace il qualunquismo, non credo che il problema sia quanto intascano i parlamentari. Purtroppo si è allevata un’intera classe d’insipienti, che vive fuori dal mondo. Sono convinto che la politica richieda professionalità forti, addestramento duro, selezione feroce. Facendone una professione ci si rimette in libertà, ma ne vale la pena se ci si guadagna in competenza.

Purtroppo molti sono solo mestieranti. Prendete il surreale scontro fra Fini e Veltroni: tutti e due guadagnano moltissimo e tutti e due non hanno lavorato un solo giorno della loro vita. Uno dice che dà i soldi della pensione in beneficenza, e neanche si rende conto di star comunicando che è talmente ricco sfondato da potere spendere, mensilmente, la metà di un reddito familiare annuo in carità pelosa. L’altro gli rimprovera di prendere la pensione, ma non s’accorge che quei soldi sono elargiti per legge, e che le leggi le fa il legislatore, cioè lui stesso. Provi ad indagare su quanti ex parlamentari della sua parte politica sono nella medesima condizione.

Litigano, ma nel darsi sulla voce non s’accorgono che lo spettacolo è micidiale, perché con quelle cifre e quelle condizioni nessuno avrà poi la credibilità per parlare seriamente delle pensioni vere, quelle che prendono i lavoratori, che non solo sono assai meno ricche, ma si deve convincerli che occorre incassarle sempre più tardi.

E non basta: Berlusconi ha spiegato che in Parlamento è inutile ci vadano i troppo bravi, perché il mestiere consiste nell’avere il culo di pietra e nel premere un bottone, per giunta a comando. Non è una bella immagine, ma non è priva di realismo. Solo che quando i giornali pubblicano le dichiarazioni dei redditi di questi signori, considerata la qualità del lavoro che svolgono, si versa su di loro una marea di pubblica indignazione. Il che fa male alla democrazia, perché ben altra dovrebbe essere la considerazione delle istituzioni e la caratura di chi le abita.

I costi della politica sono un tema serio, solo marginalmente relativo ai guadagni dei parlamentari. Che lo si agiti propagandisticamente è il segno di una politica chiusa in se stessa, dialogante da un ristorante all’altro, fuori dall’Italia reale, abitata da cittadini dimenticati ed elettori trattati come parco buoi.

Pubblicato su Libero di giovedì 20 marzo

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