Idee e tecnologie al servizio del cittadino
I cellulari contro l’evasione fiscale
Impariamo a sfruttare i vantaggi dei vizi degli italiani, eterni amanti dei telefoninidi Lorenzo Tordelli - 14 giugno 2007
Negli ultimi giorni sulle principali testate giornalistiche sono uscite due notizie che in realtà non hanno nulla a che fare tra loro. La prima riguardava il lancio nel mercato, nei prossimi mesi, di telefonini in grado di essere utilizzati anche come normali carte di credito/bancomat con il vantaggio però di offrire la possibilità di essere costantemente informati su ogni transazione e movimento effettuato. L’altra notizia, estremamente più allarmante ed irritante, soprattutto in epoca di dichiarazioni dei redditi, è stata quella inerente la ricerca dell’Agenzia delle Entrate sull’evasione fiscale in Italia.
L’indagine mostra come in Italia vi sia un’evasione fiscale preoccupante. Oltre 270 miliardi di euro pari ad un quinto del PIL e pari alle entrate totali dello Stato tra tasse, imposte, dazi, bolli, ecc. Un dato vergognoso che mostra chiaramente come gli italiani onesti paghino il doppio delle tasse che dovrebbero e patiscano una pressione fiscale, ormai insostenibile, di oltre il 50% dei loro redditi. Versare le tasse è antipatico in maggior misura quando queste sono troppo alte, complicatissime da pagare e soprattutto quando i benefici sono assai difficili da vedere. Ora se si eliminasse il primo ed il secondo problema, molto probabilmente si riuscirebbe ad eliminare anche il terzo: in questo ci potrebbero aiutare proprio i nuovi tecnologici telefonini/carte di credito.
Lo Stato potrebbe applicare, a chi lo consente e lo sceglie liberamente, una piccola commissione su ogni transazione fatta, in uscita od in entrata, tramite il proprio telefonino. Una piccola percentuale del valore della transazione che andrebbe direttamente a finire nelle casse dell’erario. A fine anno le somme pagate sarebbero automaticamente decurtate in dichiarazione dei redditi maggiorandole di una certa quantità per incentivare al massimo l’uso delle transazioni elettroniche. Grazie al sistema d’incentivi le persone sarebbero incoraggiate ad effettuare transazioni virtuali, le tasse si pagherebbero con maggior voglia perché; diluite nel tempo, semplici da versare(in automatico) e soprattutto molto ridotte.
Se il sistema avesse successo e fosse adottato, pian piano, dalla maggior parte della popolazione sarebbe suscettibile di essere utilizzato per aiutare a risolvere molti altri problemi che attanagliano l’Italia: mercato del lavoro, pensioni, efficiente utilizzo delle risorse senza duplicazioni di costi. Le idee ci sono, la tecnologia anche, ciò che veramente manca è una politica coraggiosa capace di compiere scelte nuove, innovative e con una forte volontà nel risolvere effettivamente i problemi. Piccole riforme, finanziarie, nuove leggi e studi di settore non basteranno mai a vincere l’inquietante evasione fiscale italiana. Siamo criticati per essere il popolo dei telefonini, questa volta dimostriamo di aver avuto ragione!
L’indagine mostra come in Italia vi sia un’evasione fiscale preoccupante. Oltre 270 miliardi di euro pari ad un quinto del PIL e pari alle entrate totali dello Stato tra tasse, imposte, dazi, bolli, ecc. Un dato vergognoso che mostra chiaramente come gli italiani onesti paghino il doppio delle tasse che dovrebbero e patiscano una pressione fiscale, ormai insostenibile, di oltre il 50% dei loro redditi. Versare le tasse è antipatico in maggior misura quando queste sono troppo alte, complicatissime da pagare e soprattutto quando i benefici sono assai difficili da vedere. Ora se si eliminasse il primo ed il secondo problema, molto probabilmente si riuscirebbe ad eliminare anche il terzo: in questo ci potrebbero aiutare proprio i nuovi tecnologici telefonini/carte di credito.
Lo Stato potrebbe applicare, a chi lo consente e lo sceglie liberamente, una piccola commissione su ogni transazione fatta, in uscita od in entrata, tramite il proprio telefonino. Una piccola percentuale del valore della transazione che andrebbe direttamente a finire nelle casse dell’erario. A fine anno le somme pagate sarebbero automaticamente decurtate in dichiarazione dei redditi maggiorandole di una certa quantità per incentivare al massimo l’uso delle transazioni elettroniche. Grazie al sistema d’incentivi le persone sarebbero incoraggiate ad effettuare transazioni virtuali, le tasse si pagherebbero con maggior voglia perché; diluite nel tempo, semplici da versare(in automatico) e soprattutto molto ridotte.
Se il sistema avesse successo e fosse adottato, pian piano, dalla maggior parte della popolazione sarebbe suscettibile di essere utilizzato per aiutare a risolvere molti altri problemi che attanagliano l’Italia: mercato del lavoro, pensioni, efficiente utilizzo delle risorse senza duplicazioni di costi. Le idee ci sono, la tecnologia anche, ciò che veramente manca è una politica coraggiosa capace di compiere scelte nuove, innovative e con una forte volontà nel risolvere effettivamente i problemi. Piccole riforme, finanziarie, nuove leggi e studi di settore non basteranno mai a vincere l’inquietante evasione fiscale italiana. Siamo criticati per essere il popolo dei telefonini, questa volta dimostriamo di aver avuto ragione!
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.