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Referendum: in attesa del responso della Consulta

Guzzetta, almeno ci sei tu!

La nuova legge elettorale tra dietrologie e compromessi al ribasso

di Elio Di Caprio - 14 gennaio 2008

Non era mai capitato prima che si desse tanto spazio ai costituzionalisti di vecchio e nuovo conio sui giornali e in televisione in vista dell"imminente responso della Consulta sull"ammissibilità del referendum promosso da Guzzetta e Segni per modificare l"attuale legge elettorale. Tra i costituzionalisti che discutono e fanno da mesi simulazioni su quello che avverrebbe e avverrà qualora il referendum si tenesse e prevalessero i sì, vanno annoverati lo stesso Guzzetta e poi Alimonte e poi Ceccanti e poi Vassallo e l"intramontabile vecchio saggio Sartori. Tutti pronti a dire la loro ad una platea allargata come non mai, ma con evidente scarso seguito dell"opinione pubblica a cui è difficile far digerire i mille distinguo tra sistema maggioritario e proporzionale, maggioritario corretto, sbarramento, indicazione del premier, sistema uninominale e/o circoscrizionale, limiti ai gruppi parlamentari, accorpamenti, liste civetta e chi più ne ha più ne metta. Il messaggio apparentemente unanime della classe politica è che si vuole mettere fine alla frammentazione ad ai più di 30 partiti che ci ha regalato questa Seconda Repubblica. E" sul come che il disaccordo è unanime. La frammentazione e la confusione inizia proprio da chi si da da fare da mesi per raggiungere una nuova legge elettorale condivisa che eviti il referendum.

Se è già difficile capirci qualcosa sull"ultima emergenza(?) rifiuti a Napoli per quanto riguarda colpe e responsabilità pregresse- almeno però lì si intuisce molto più dal non detto che dal detto - figurarsi come è difficile orientarsi tra le minuzie dei costituzionalisti e le dietrologie e le tattiche dei tanti partiti che lottano per la sopravvivenza o per la possibile futura egemonia. Non c"è una verità, ma tante verità nelle posizione dei partiti che inondano l"opinione pubblica con messaggi affastellati e contraddittori (almeno per chi li segue).
Chi lo sa cosa pensano veramente e quali sono gli scopi ultimi e reconditi e dove vogliano andare a parare Veltroni, Berlusconi, Prodi, Fini, Bossi, Casini, Mastella, Dini, e tutti gli altri personaggi del palcoscenico italiano?

Sono andati tutti in prima battuta a consulto da Veltroni. Ci è andato tra i primi Berlusconi, colui che secondo i sondaggi e gli autosondaggi rappresenterebbe oggi il maggiore partito italiano per consensi. Ci sono andati tutti gli altri in ordine sparso per dare inizio all"ennesimo gioco degli specchi, tra proposte, ritirate, richieste infondate o strumentali, tattiche propagandistiche. Forse fanno finta di non capire, come già successo nel "93 con il referendum sul maggioritario, che anche oggi chi ha firmato per il referendum di riforma della legge elettorale ha voluto semplicemente esprimere il proprio disagio per un sistema che non funziona più, ma ha poche idee sul sistema che verrà. Nessuno avrebbe pensato allora, nel "93, che si sarebbe caduti dalla pentola alla brace, dando luogo ad un sistema decisionale ancor più frammentato e impotente, con l"aggravante che mentre prima qualche decisione veniva presa per accordo post elettorale tra i vincitori delle elezioni, ora sono proprio i programmi elettorali tra forze eterogenee stabiliti prima delle elezioni ad impedire le successive scelte ed a generare un obbligato immobilismo.

Ora ci risiamo e la palla torna ai politici, con o senza referendum. Ma c"è poco di buono da aspettarsi se si pensa anche questa volta che sia sufficiente un semplice ritocco, pur necessario, all"ultima legge elettorale. Berlusconi a ruota libera pensa che le riforme, elettorale o costituzionale non importa, siano una fandonia per perdere tempo e sarebbe meglio andare ad elezioni subito per riscuotere il premio del fallimento mediatico di Prodi prima che venga approvato uno straccio di nuova legge sul conflitto di interesse. Ma intanto è meglio posizionarsi nel gioco dei quattro cantoni : per questo, dopo aver scassato la Casa delle Libertà è pronto a fare da sponda a Fini rifiutando, come il presidente di AN, il sistema elettorale tedesco e simpatizzando improvvisamente con il semi- presidenzialismo alla francese. Tanto per capirci semi presidenzialismo alla Sarkozy che, si scopre solo ora, farebbe contenti insieme Berlusconi, Fini e anche Veltroni con l"appendice di Franceschini Ma se è così perchè tutti si gingillano sulla famosa “bozza Bianco” che si basa su un sistema proporzionale e non maggioritario? Quale è la vera vocazione dei nostri politici?

Se si terrà sarà il referendum la nuova e falsa rivoluzione che darà il premio di maggioranza non alla coalizione, ma alla lista più votata ( PD e PDL?) con tanti saluti alle preferenze elettorali che non verranno ripristinate.

Forse hanno ragione i nostri Mastella e i nostri Dini,coloro che a capo dei partiti più minuscoli da tempo condizionano abbondantemente la politica italiana : tutto va contrattato tra consorterie più o meno potenti, dalla legge elettorale ai conflitti di interesse, magari passando per i rifiuti di Napoli o per una nuova la legge sulle morti bianche. Resta l"aria fritta dei costituzionalisti in cerca di ruolo e degli strateghi di palazzo che si batteranno, ne siamo sicuri, più per l"autoconservazione che per il cambiamento.

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