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I tatticismi sviliscono le strategie alternative

Grandi intese tra chi e per cosa?

Ora Forza Italia riconosce i limiti del bipolarismo della Seconda Repubblica

di Elio Di Caprio - 06 novembre 2006

“La perenne precarietà di questa stagione politica deriva prima di tutto dall"errore storico di aver conferito la dignità di seconda repubblica a una lunga e obliqua fase di transizione, con l"instaurarsi di un bipolarismo ampiamente imperfetto... Il polo moderato ha vissuto un ricambio forzatamente traumatico della sua rappresentanza, mentre lo scandaloso lasciapassare giudiziario ha consentito alla nomenklatura (comunista) sconfitta dalla storia di perpetuare se stessa senza fare i conti con i propri errori e con la propria tragica storia”. Ben detto. E" un"analisi condivisibile fatta propria dal portavoce di Forza Italia, Sandro Bondi (vedi la sua lettera al “Foglio” di qualche giorno fa) ma poi si resta in mezzo al guado se non si indicano le soluzioni possibili. Sembrerebbe una logica premessa per invocare una Terza Repubblica o quanto meno una coraggiosa svolta di cambiamento che riguardi gli assetti istituzionali di base ed una nuova legge elettorale che non distorca la rappresentanza degli elettori.
E invece Sandro Bondi, seguendo la “strategia” di Berlusconi, si limita all"auspicio di un un generico governo istituzionale (tattico più che strategico). Per esperienza passata si sa però che dopo i ballon d"essai lanciati, ora a destra e ora a sinistra, per arrivare a convergenze necessarie nell"interesse del Paese, tutto si arena e prevalgono gli interessi di potere secondo i vecchi clichè.
Fino a quando?
Forse fino a quando ci si accorgerà che il bipolarismo ha un senso solo come tappa intermedia per arrivare ad un tendenziale bipartitismo o tripartitismo, secondo le esperienze delle democrazie avanzate a noi più vicine. Ma in nessuno degli altri Paesi europei la lotta politica si concentra da anni su un personalismo così esasperato da far temere che il solo disimpegno di Prodi o di Berlusconi dalle rispettive coalizioni, possa far franare gli schieramenti di cui sono a capo e l"intero quadro politico di riferimento.
La strada è ancora lunga per avvicinarsi agli standards europei. Non basta l"euro. Si è detto che la principale anomalia nostrana sta nell"aver consentito al principale proprietario di Tv commerciali di diventare Presidente del Consiglio, ma ora ci ritroviamo una coalizione di governo condizionata da chi si compiace che “anche i ricchi piangono”- cosa tutta a dimostrare a seguito della legge legge finanziaria prossima ventura- secondo slogans vetusti dell"altro secolo. La proprietà per i comunisti italiani al governo è ancora un furto...
L"attuale ministro dell"interno Giuliano Amato pensa di esorcizzare il degrado dell"ordine pubblico a Napoli e nel sud Italia con lo slogan consolatorio “Napoli non è il far west”: ma in quale altro Paese europeo sarebbe consentito alla delinquenza organizzata di sottrarre intere zone territoriali al controllo dello Stato, così come avviene in Colombia o in Messico? Le convergenze tra maggioranza e opposizione si realizzano sull"indulto, non sulla lotta al crimine.
Il bipolarismo “ampiamente imperfetto” di cui parla Bondi c"è e ce lo teniamo, nonostante tutto.
Le contorte vicende dell"ultima legge finanziaria stanno lì a dimostrare la precarietà- perenne secondo il Bondi dell"ultima ora - del quadro politico. Il disorientamento dell"opinione pubblica, di maggioranza ed opposizione, è ampiamente testimoniato dal calo di popolarità e consenso subito repentinamente da Romano Prodi, sulla cui abilità politica si erano riversate speranze e aspettative evidentemente sproporzionate dopo la stagione del centrodestra di Berlusconi.
Se ne è accorto da tempo Walter Veltroni, ex comunista per caso, che ora si apre coraggiosamente alle prospettive future, oltre l"attuale bipolarismo, per invocare un"intesa bipartisan sulle riforme più importanti per il Paese, non escludendo un"assemblea costituente. Ma chi lo sta ad ascoltare? Non rischia anch"egli di essere accusato di tatticismo, magari per proporsi come “uomo nuovo” dell"ultima (?) generazione in grado di guidare e interpretare meglio di Prodi i variegati umori di un centrosinistra moderno? Il suo compagno della vecchia nomenklatura comunista, Giorgio Napolitano, ora assurto alla carica di Capo dello Stato, invita a prendere le distanze da ogni ipotesi di governo di grande coalizione, perchè ciò sfascerebbe il bipolarismo e contrasterebbe con l"interesse dell"elettorato che ha votato e chiede di essere rappresentato da due schieramenti contrapposti e alternativi.
Ma sembra sfuggire al pragmatico Giorgio Napolitano che è stato lo stesso bipolarismo imperfetto all"italiana ad aver determinato contrapposizioni fittizie con coalizioni confuse, ad aver costretto gli elettori a scelte poco convinte o comunque viziate da vistose riserve mentali.
L"amo lanciato da Forza Italia alla sinistra moderata dei Ds ed alla Margherita per una grande coalizione con l"odiato centrodestra difficilmente sarà raccolto. La verità è però che non si va da nessuna parte se, come vorrebbe Bondi, dovesse di nuovo prevalere il gioco referendario pro o contro Berlusconi e il tutto dovesse risolversi nel rimettere nelle mani del capo dell"opposizione la chiave per indicare le prospettive politiche di domani. L" “Italia spezzata” di cui parla Bruno Vespa nel suo ultimo saggio, non è tale proprio perchè non riesce più a identificasi né con Prodi, né con Berlusconi?

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