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Appello ai liberal-democratici

Fermiamo la disperisone

La strada giusta è quella dell'ALDE, tracciata in Europa da Guy Verhofstadt

di Livio Ghersi - 24 marzo 2014

Era certamente impresa difficile ricondurre ad un"unica lista le diverse sensibilità che oggi in Italia possono riconoscersi in un"area politica insieme liberale e democratica.

Guy Verhofstadt, a nome dell"ALDE, ci ha provato e bisogna dargliene merito: nessun politico italiano avrebbe potuto fare altrettanto. Oggi, 24 marzo, la situazione è diversa rispetto a quella che si palesava il 3 marzo scorso, in occasione della conferenza stampa tenuta a Roma dallo stesso Verhofstadt. E" rimasta fuori dall"alleanza elettorale "Scelta Civica". Ciò sorprende perché molte e qualificate personalità di quella formazione politica hanno espresso sintonia con i liberali europei e perché alcuni parlamentari di "Scelta Civica" hanno dato la propria adesione individuale all"Associazione denominata "Alleanza liberaldemocratica per l"Italia" (ALI), che si prefigge appunto il fine di riunire e riorganizzare le persone di convinzioni liberali e democratiche.

A ben vedere, tuttavia, le incertezze di "Scelta Civica" riflettono quelle del più prestigioso esponente di questa stessa formazione: il senatore a vita Mario Monti. Il quale non ha mai fatto mistero di considerarsi vicino anche alla famiglia dei Popolari europei. Tutti ricordano la diretta partecipazione di Monti al vertice del Partito Popolare Europeo (PPE) a Bruxelles nel mese di dicembre del 2012: quando l"allora presidente del PPE, Martens, gli propose di porsi a capo di tutti i partiti italiani che si richiamavano al PPE e Berlusconi si dichiarò disponibile a questa ipotesi, nel superiore interesse di riunire tutte le forze moderate italiane. Non si comprende, quindi, perché oggi qualcuno eccepisca che la connotazione liberaldemocratica della lista per le elezioni europee del 25 maggio 2014 sarebbe resa meno pregnante dalla presenza di personalità che provengono dalla Democrazia Cristiana, come nel caso dell"ottimo Bruno Tabacci. Tabacci ha recentemente dichiarato che il riferimento all"ALDE non costituisce per lui alcun problema, essendo abituato a battaglie di minoranza. Il che, dal punto di vista liberale, gli fa onore.

Con la tranquillità e la libertà che sono proprie di chi non ha alcunché da chiedere per sé, penso sia opportuno rivolgere un appello a quanti meditano di costruire una seconda lista dell"ALDE, in cartello con "Scelta Civica", di compiere, invece, un atto di responsabilità, evitando di cavalcare le spinte alla disunione ed alla frammentazione. Il simbolo presentato dovrebbe essere sufficiente a garantire tutti coloro che si dicono liberali. Infatti, nella parte superiore del simbolo, figura la dicitura "Alleanza Liberali Democratici Europei". Nella parte centrale, c"è la dicitura "Scelta Europea con Guy Verhofstadt". Nella parte inferiore, c"è il simbolo dell"ALDE, in posizione centrale. Bisogna salutare con gioia la rinnovata adesione all"ALDE di partiti storici come il Partito Repubblicano italiano (PRI), o della Fondazione Ugo La Malfa, o del Partito Federalista europeo.

Nessuna di queste organizzazioni ha il proprio simbolo grafico nel comune simbolo della lista, perché tutte si riconoscono nel logo dell"ALDE. Non si vede, pertanto, perché altre formazioni, come il Partito liberale italiano (PLI), debbano pretendere l"inserimento del proprio logo, come condizione imprescindibile. Si tratta di un"intransigenza sospetta, che nasconde piccole questioni di puntiglio. Diversa questione è quella di poter esprimere, come partito, alcune candidature nelle varie circoscrizioni. Qui si possono trovare soluzioni condivise, sempre che non ci sia la gara ad occupare i vertici delle liste.

Per quanto riguarda poi le minacciate azioni legali, si è varcata la soglia del ridicolo. Nella lingua italiana la parola "Scelta" non può indicare di per sé alcuna posizione politica. Nessuno può avere il monopolio delle "scelte", esattamente come nessun può avere il monopolio della parola "libertà". "Scelta Civica" ha il proprio simbolo e lo usi: nessuno lo impedisce. Ricostruire in Europa una rappresentanza dichiaratamente e consapevolmente liberal-democratica è la premessa necessaria perché domani, anche in Italia, si possa costruire ciò che non c"è mai stato: un Partito liberale democratico. Le pur rispettabili vicende storiche del PLI e del PRI sono state altra cosa.

C"è una significativa soglia di sbarramento da superare per ottenere rappresentanza nel Parlamento europeo: puntare su seconde o terze liste significherebbe votarsi al sicuro insuccesso. Prevalgano invece il buon senso, la responsabilità, la capacità politica.

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