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Chi vuole ancora la moneta unica?

Euroscettici

Se oggi si votasse un referendum per restare nell'euro, sarebe inevitabilmente il "no" a vincere

di Davide Giacalone - 02 novembre 2011

Non c’è un solo Paese europeo nel quale l’euro, e tutto quello che ha a che vedere con l’Europa, sopravvivrebbe ad un referendum popolare. Al netto della retorica e dei pistolotti domenicali si deve cercarli con il lanternino gli europei che ancora credono sia un buon affare legare le proprie sorti nazionali ed economiche all’Unione e alla moneta unica. Né serve a nulla dire che hanno torto, perché, qualora ci se ne fosse dimenticati, la democrazia ha alcune regole elementari, e se la maggioranza degli elettori europei, presi nel loro complesso o divisi per singoli stati, la pensa ad un modo c’è un solo modo per non tenerne conto: sopprimere la democrazia. Eppure hanno torto. Ma non tutti i torti. Il presidente francese ha detto di considerare irrazionale l’idea greca di sottoporre a referendum il piano degli aiuti a quel Paese (che è una variante del sottoporre a referendum l’euro in sé). L’inquilino dell’Eliseo farebbe bene a ricordare che i suoi connazionali lo hanno già tenuto un referendum sull’Europa (sulla sua costituzione) facendola a pezzi. Come anche gli olandesi. Quindi, per favore, evitiamo sia la spocchia che le sciocchezze. I greci d’oggi s’impegnano a pagar debiti per la prevedibile eternità, sicché non è affatto bislacca l’idea di sentire cosa ne pensano. Solo che l’esito è scontato: usciamo dall’euro, svalutiamo, prendiamoci l’inflazione e tiriamo a campare.

Se si votasse in Germania l’Euro sarebbe seppellito, sebbene per miopia opposta: riprendiamoci la nostra moneta, allontaniamo da noi debiti altrui e inflazione, facciamo della stabilità la nostra forza (peccato che con il marco forte entrarono in crisi e senza l’Europa potevano scordarsi la riunificazione, ma i miti, si sa, son duri a morire). Del resto, cos’è la decisione della corte costituzionale tedesca, che nega valore sovraordinato alle decisioni europee, se non un atto contro l’Unione? Se si votasse in Italia non basterebbero gli accorati appelli di quelli che dicono “Europa” con lo stesso struggente trasporto con cui dicono “avvenire”, ma con l’eguale incapacità di costruirli. Tre anni fa le risposte sarebbero state diverse (salvo quella francese, perché anche il nazionalismo ha la pellaccia dura). Il perché non è difficile da capirsi: l’euro è partito con una decisione politica, sulla quale s’è innestato il pilota automatico, si stabilì di dover battere l’inflazione e si assegnò il compito dalla Bce, come un aereo che vola a mille metri d’altezza sul deserto, sicché l’equipaggio può pure dedicarsi ai bagordi, ma quando s’intravede una montagna occorre riprendere la guida e cambiare altezza o rotta, mentre noi non solo viaggiamo ancora con quel pilota automatico, ma c’è chi (come i tedeschi), sostiene che disinnescarlo sarebbe un errore. Nulla di strano, dunque, se i passeggeri studiano il paracadute.

La speculazione non colpisce questo o quel Paese, su questo Mario Monti sbaglia e confonde i piani, supponendo che una diversa condotta governativa, dalle nostre parti, risolverebbe il problema. Magari, professore! Il fatto è che noi molte cose avremmo dovuto farle da tempo (le solite di cui scriviamo, sempre quelle) e dovremo comunque deciderci a renderle realtà, ma questo oggi è come consigliare l’abito adatto a chi si trova su una nave che affonda: elegante, ma inutile. La speculazione colpisce l’euro in quanto tale, e lo colpisce perché è strutturalmente inadatto a navigare la globalizzazione. La Bce dovrebbe essere, già oggi, una vera banca centrale e dovrebbe immettere liquidità senza paura dell’inflazione. Allora sì che gli esiti referendari sarebbero più equilibrati. Invece il pilota automatico verrà divelto a furor di popolo. E noi potremo, nel frattempo, aver lapidato i governanti inetti, ma senza in nulla modificare quella realtà. Il governo italiano non ha più tempo. Ora o mai più. E vale per le nostre cose interne (con l’aggravante che ove non fosse all’altezza le alternative sarebbero non meno inadeguate). Ma anche per l’Unione vale lo stesso: ora o mai più. I vertici che rifinanziano il fondo salva stati sono drammatici perché pompano soldi in una condotta sfondata, e più pompano più dimostrano di non capire o di non saper rimediare. Il bivio è secco: o una vera Europa federale, con una banca centrale che si comporta come tale e non pretende di far mangiare crauti a chi vive sotto al sole, oppure niente Unione, facendo fare alla storia un balzo all’indietro.

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