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Come per la Sars, il pericolo è l’allarmismo

E se poi la pandemia non arriva?

Il virus non muta ancora, e forse non lo farà. Ma intanto si tiene il conto dei polli morti...

di Cesare Greco - 20 ottobre 2005

Conosciamo ormai personalmente polli e tacchini di qua dagli Urali. Sappiamo quanti sono raffreddati, quanti con qualche decimo di febbre e ascoltiamo terrorizzati che uno ne è morto in Russia. Intanto aspettiamo. Aspettiamo che il virus si decida a mutare e che si scateni la temuta e prevista, ineluttabile, pandemia. Ma lui, ancora, non muta e chi sa se lo farà mai. Nel frattempo si lavora ad un vaccino attivo anche sull’uomo, per la prevenzione su larga scala, mentre governi nazionali e organismi internazionali ci aggiornano tenendo il macabro conto dei decessi, di polli.

Si prevedono milioni di morti in occidente e si corre ai ripari. Ma intanto il virus non muta e in oriente, dove l’influenza aviaria è endemica e da dove è partita e dove le condizioni igieniche sono spesso discutibili, anche per la frequente promiscuità tra umani e pollame, qualcuno si ammala, forse.

La stampa italiana pubblica tutti i giorni il suo bollettino di guerra e le aziende farmaceutiche lavorano alacremente.

A proposito, che fine ha fatto la Sars? Stesso allarme, anzi peggio, dato che l’uomo lo colpiva davvero. Se non ricordo male un migliaio di vittime in Cina (su due miliardi di abitanti che nelle zone interne vivono tuttora in condizioni igieniche discutibili) e un infetto, forse, comunque guarito, in Italia. Ciononostante, quotidiani terrorizzanti articoli e telegiornali invasi da cinesi con le mascherine chirurgiche. Poi più nulla.

Intanto sull’influenza dei polli si fanno strategie, si mostrano cartine con la rapida e inarrestabile avanzata, si mobilitano scienziati, politici, soprattutto risorse economiche e si invoca addirittura un ministro ad hoc in ogni Stato.

Forse sarebbe il caso, se davvero il pericolo è reale, di lavorare in silenzio senza terrorizzare la popolazione con questa sorta di nuova Orda d’Ovo che arriva da oriente e, raggiunti i risultati, comunicarli se e quando il virus si dovesse decidere a cambiare il suo habitat.

E se poi la pandemia non arriva?

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