Dell’astuzia di Tronchetti Provera
Solo la sua buona uscita da Telecom dovrebbe far riflettere. Ne sentiremo ancora parlaredi Enrico Cisnetto - 09 maggio 2007
Intanto, i paletti temporali e di prezzo per la vendita che lui stesso aveva piantato sono stati rispettati. Poi nell’acquirente Telcom sono entrate Mediobanca e Generali, e da ciò Pirelli ne trarrà comunque beneficio, visto che le due protagoniste di quel poco di establishment nazionale che resta sono anche socie stabili di una Bicocca che adesso si candida a tornare numero uno nel suo core business, anche grazie a nuova liquidità da investire.
In più, il socio straniero che doveva supportare le strategie industriali di Telecom alla fine è stato proprio quella Telefonica con cui Tronchetti aveva da tempo aperto un fronte di trattativa, e che quindi di Telecom conosce a menadito pregi e difetti. Intendiamoci, MTP di errori ne ha commessi, e molti: il prezzo troppo alto pagato a quel volpone di Chicco Gnutti; la fusione Telecom-Tim; la scelta di Guido Rossi come suo successore.
Soprattutto, gli è mancato il coraggio di trasformare la sua posizione da socio di riferimento, che inevitabilmente tende a comportarsi come se fosse quello di controllo, a manager di qualcosa di più grande e forte, alla quale dare la fisionomia di vera public company. Insomma, Tronchetti non ha certo chiuso in gloria la sua avventura in Telecom. Ma i “de profundis” che si continuavano a intonare per lui fino a ieri, si sono rivelati indiscutibilmente affrettati. Anzi, di MTP continueremo a sentir parlare.
Pubblicato su Il Mondo di
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
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