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Settembre negativo per le esportazioni

Deficit commerciale anche con l’Ue

Caro-petrolio, Cina e 11 settembre. Le colpe non vanno trovate oltre i confini

di Antonio Picasso - 17 novembre 2005

Eccone un altro. Di segno negativo dell’economia nazionale, intendo. E che, stavolta, ci fa piccoli persino in Europa. Nel mese di settembre, la bilancia commerciale italiana ha chiuso con un buco di 2.150 milioni di euro. Registrando un +5,5% di esportazioni e +9,2% dell’import. Non solo, nei primi nove mesi del 2005, il saldo è risultato negativo per 6.954 milioni, contro un deficit di 199 milioni rilevato nello stesso periodo del 2004. La cosa non accadeva dai primi nove mesi del 1991 (-7.289 milioni). Ma non è questo a preoccupare. O meglio, sì il dato è grave, ma lo sapevamo già tutti che il made in Italy fosse in affanno fuori dai confini Ue. Ciò che, invece, fa impensierire è proprio il fatto che adesso anche l’interscambio verso i Paesi Ue è risultato negativo. E per 63 milioni (export +4,7%, import +3,0% annuo) a fronte di un deficit di 318 milioni registrato nello stesso mese del 2004. Una novità, seppure piccola, ma sulla quale ci si dovrebbe immedesimare. Perché non basta dire, come fanno alcuni, che è tutta colpa del caro-petrolio, della Cina e dell’11 settembre. Perché se non noi esportiamo, non è perché gli altri non ci comprano nulla. Bensì siamo noi a non saper fare qualcosa di vendibile.

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Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.