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La politica sul dilemma delle droghe leggere

Decreto Turco e ipocrisia di palazzo

Il testo resta viziato. Prima di fare altre cattive leggi si facciano un esame di coscienza

di Davide Giacalone - 19 marzo 2007

Essendo io, in tema di droga, un proibizionista, essendo convinto che chi parla di liberalizzazione semplicemente non sa quel che dice e sragiona a vanvera, mentre chi crede che si possa “ridurre il danno” evitando ai consumatori di droghe guai con la giustizia capovolge il problema e lo aggrava, rimanendo proibizionista, dicevo, dovrei utilizzare come armi dialettiche due fatti: gli inglesi dell’Independent, dopo avere propagandato la liberalizzazione della cannabis si sono accorti del clamoroso errore; ed il Tar ha bocciato il decreto Turco che aumentava le dosi personali che ciascuno può portare con sé. Invece non lo farò, perché sono due argomenti inutili.

L’Independent, ed altre fonti similari, era citato dagli antiproibizionisti come esempio di “verità” e saggezza. Mi sembrava una castroneria e non intendo essere io, adesso, a praticarla. Il problema non era e non è la misurazione del danno fisico prodotto da uno spinello (comunque rilevante), ma riflettere su dove conduca una strada che fin dal primo passo promette un’alterazione della ragione. Molti interrompono il cammino, ed escono da soli. Altri si spingono avanti, e finiscono tossicodipendenti, rovinano la loro vita, uccidono la propria libertà. Non servono studi particolarmente complessi, è sufficiente l’osservazione della realtà, dove per tale, però, non deve intendersi qualche saltuaria visita a scuola, ma la frequentazione assidua di quel mondo di sicuri esperti che è l’ambiente dei drogati. Mi fa piacere che il giornale inglese abbia trovato le notizie ed il coraggio per dire “ci siamo sbagliati”, ma a me non dicono davvero nulla di nuovo.

Il quanto al decreto ministeriale firmato da Livia Turco, con il quale si raddoppiano le quantità personali di droga che si possono portare in giro, il Tribunale Amministrativo Regionale lo ha sospeso perché ha ritenuto il ministro non avesse il potere di emanarlo. Si tratta di una questione tecnica, di diritto, che, da una parte, non implica affatto una bocciatura del decreto stesso e, dall’altra, quand’anche si risolvesse con la ragione ministeriale ciò non trasformerebbe quel testo in qualche cosa di buono. Il ministro Turco ha sbagliato alla radice perché, quando ci si trova di fronte ad un giovane che fa uso di droga, il problema è come togliergliela, non come dargliela. Infine, è abbastanza patetica questa schiera di ex-giovani, ex-falsi anticonformisti, che giunti al potere mediatico e politico ancora si occupano dello spinello come se fosse il cannoncino che fumarono al campeggio, magari arrotolando la pagina marxiana sulla quale s’appisolavano ogni sera.

In giro per le nostre città ci sono quintali di droghe sintetiche che servono a tenere in piedi non giovani libertari, ma imberbi consumatori, ci sono pillole che bruciano il cervello ancor prima che lo si sia usato. In giro per le loro stesse stanze ci sono strisce interminabili di cocaina ed il prezzo dell’eroina ha raggiunto la stagione dei saldi. Loro parlano degli spinelli per la sola ragione che da trenta anni continuano a parlare di quel che non conoscono, non sanno, non comprendono.

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