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La scomparsa della politica decisionista

Dalla Val di Susa alla Campania

L'autolesionismo dell'ecologismo falso ci ha portati a questo. Pentimento?

di Davide Giacalone - 04 febbraio 2008

Pare che in Val di Susa comincino ad accorgersi d’aver fatto una bella cretinata, bloccando i lavori del treno ad alta velocità. In Campania, di sicuro, si sono accorti che senza fare discariche ed impianti di smaltimento si finisce sommersi dalla spazzatura. In tutti e due i posti toccano con mano l’inutile autolesionismo dell’ecologismo falso, il favore reso ad interessi altrui, l’inganno subito nell’essere stati mobilitati per un ambiente che non c’entrava nulla, o c’entrava al contrario.

Dal nord al sud, inoltre, si valuta l’insipienza di un mondo politico incapace di rivolgersi alla popolazione coagulandone le convinzioni, favorendone lo sviluppo, accrescendone le informazioni disponibili, ma capace solo di cavalcare gli istinti più belluini, alla ricerca di un voto che non sarà mai consenso. Sto ancora aspettando che un leader nazionale dica: in Italia ci vogliono dieci centrali nucleari, in Campania ci vogliono sette discariche e tre termovalorizzatori, la ferrovia del futuro non deve escludere l’Italia, e queste cose si fanno, qui e là, ora. Invece sento solo dei conigli che pensano d’essere coraggiosi e pensatori perché affermano: facciamo un gruppo di studio, apriamo un tavolo paritetico, spediamo sul posto un commissario. In Piemonte, almeno, la Bresso e Chiamparino hanno avuto il coraggio delle loro opinioni, sebbene non siano stati capaci di farle valere, come pure avrebbero potuto, sul governo dei loro stessi partiti. Altrove neanche questo. Ed il brutto (ulteriore) è che cresce il numero delle anime candide che si svegliano al mattino e cominciano a sparacchiar sentenze sui cittadini che protestano. E’ vero, molti di loro sbagliano, ed è anche vero che interessi loschi possono approfittarne, ma è vero, prima di tutto, che la politica e le istituzioni sono fuggite, in un otto settembre virtuale la cui responsabilità non può essere certo scaricata sulle truppe in rotta. La politica, in democrazia, non è l’arte di vincere le elezioni, magari guidati dai sondaggi, bensì la forza ed il coraggio di convincere gli altri di quel che si ritiene giusto, per quel che si crede sia l’interesse collettivo. I pentiti della Val di Susa, in fondo, prendono solo oggi, certamente tardi, in considerazione quegli elementi e quelle evidenze che erano già note allora, che lo sono sempre state, se solo si fosse voluto vederle. E quando noi scrivevamo a favore della Tav, così come delle centrali nucleari e degli impianti d’incenerimento, lo facevamo e lo facciamo mettendo in fila gli imprescindibili bisogni del Paese e la necessità di non arrecare inutili danni all’ambiente. Insomma, più politica e meno politicanti gioverebbe alla salute morale, economica, ed anche ambientale dell’Italia.

www.davidegiacalone.it

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