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La sanità in Italia

Copiamo Singapore

Il nostro modello è economicamente e socialmente insostenibile. Ecco dove possiamo imparare

di Enrico Cisnetto - 06 settembre 2013

La sanità in Italia costa allo Stato 114 miliardi di euro l’anno, pari al 26% di tutte le entrate tributarie. Vuol dire che poco meno di un terzo delle tasse pagate dagli italiani se ne vanno per mantenere la sanità pubblica. Non solo. Il principio secondo il quale tutti hanno diritto a tutte le cure, ha livellato al basso le prestazioni. Un fenomeno che, unito a casi di corruttela, malagestione e sbagliate strategie (come la regionalizzazione della sanità) ha ridotto il sistema sanitario italiano ad un inefficiente colabrodo.

E gli altri? Se noi abbiamo un sistema con finanziamento pubblico e servizi sia pubblici che convenzionati e privati, nel Regno Unito c’è un sistema pubblico-pubblico e negli Usa finanziamento pubblico-privato e prestazioni principalmente private. Ma il caso più interessante è forse quello di Singapore, che rovescia questo ragionamento: il finanziamento è dei privati e i servizi sono offerti dal pubblico, in un sistema concorrenziale. Perché, come ha spiegato il governo dell’isola, “la priorità è garantire assistenza a chi ne ha davvero bisogno, piuttosto che concedere benefit a tutti”.

Il finanziamento privato di servizi pubblici, oltre ad essere basato sul principio della copertura delle spese con le entrate (il prelievo, del 36%, avviene direttamente sui salari), evita la creazione di gruppi di interesse e pressione, ostacola corruzione e favoritismi, mette gli ospedali in concorrenza fra loro. Oggi Singapore, nella classifica redatta dall’OMS, è sesto al mondo per la qualità dei servizi sanitari offerti, mentre è uno dei Paesi che meno spende sia in percentuale al pil (il 4%, contro il 7,1% dell’Italia e il 18% degli Stati Uniti) sia pro-capite (la 38° spesa al mondo, l’Italia è 11°, Usa sono quelli che per cittadino spendono di più). Da noi si prevede che, anche tagliando 24 miliardi entro il 2014, la spesa sanitaria italiana crescerà del 150%, passando dai 114 miliardi attuali ai 261 del 2050. Perché saremo tutti un po’ più vecchi e, quindi, anche un po’ più malaticci. E anche il rapporto spesa sanitaria-pil è destinato a crescere, passando dall’attuale 7,1% al 9,7%.
Perché, allora, non copiare il modello Singapore, che prevedendo contributi obbligatori privati, responsabilizza sia il fruitore che l’erogatore dei servizi? Un coraggio che solo un governo di grande coalizione può avere.

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Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.