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Il ministro Gentiloni e le licenze Wi-Max

Come strozzare un mercato in culla

Una gara fatta con la formula dei rilanci viene vinta da chi può spendere di più.

di Davide Giacalone - 25 giugno 2007

Gli italiani hanno deciso di farsi molto male, nel mondo delle telecomunicazioni. Non è un ragionamento per specialisti ed in poche righe è possibile chiarire la tragica strada che si sta imboccando. Quando il ministro Gentiloni annunciò l’intenzione di assegnare le licenze per il WiMax entro l’estate, scrissi che questo sarebbe stato un suo grande merito. Ora vedo avvicinarsi la gara e lo avverto che potrebbe essere una sua grave colpa.

Il WiMax è un sistema per diffondere la larga banda via etere, per consentire a tutti di entrare nel mondo internet e di utilizzare i propri cellulari pagando assai meno le telefonate e scambiarsi o scaricare contenuti di peso consistente. Il WiMax è un indubbio vantaggio per la competizione, quindi per il consumatore. Ad una condizione: che non finisca nelle mani delle Telecom, che provvederebbero a strozzarlo nella culla. Questo è quel che accadrà, in Italia. Difatti, l’Autorità per le Comunicazioni ha già varato un regolamento per la gara, e ci ha scritto tre cose: a. partecipano alla gara tutti quelli che hanno i soldi; b. si assegnano le licenze usando l’asta; c. non solo vince chi offre di più, ma si può rilanciare. L’ufficio legale di Telecom Italia non avrebbe potuto scrivere meglio. Nel proprio interesse.

Una gara usando l’asta con i rilanci si conclude assegnando la vittoria a chi può spendere di più, non a chi porterà maggiore vantaggio al mercato. Non c’è maggiore trasparenza, ma solo minore capacità e volontà di governo. Capitò già con l’UMTS. Lo scrissi prima che quella era una gara demenziale, difatti si sono bruciate montagne di soldi e l’UMTS non c’è. Ora si replica: mentre in altri Paesi si fa espresso divieto alle Telecom di gareggiare per il WiMax, da noi si apparecchia loro la tavola. Quando avranno in mano quelle licenze le terranno a lungo nel cassetto, poi useranno il sistema quel pochino che basta, senza disvelarne le potenzialità. In Italia, poi, il gran favore lo facciamo agli stranieri, perché non abbiamo in mano più nulla e le autorità s’industriano, abboccando alle tesi elaborate da manager in uscita, che stanno trattando la liquidazione, a bloccare nuovi ingressi di italiani, magari giovani e bravi. Spero proprio di sbagliarmi, e che Gentiloni non voglia legare il suo nome ad un simile obbrobrio.

www.davidegiacalone.it

Pubblicato da Libero di lunedì 25 giugno

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