ultimora
Public Policy

Nasce l’Associazione Libertiamo

Cogliamo l’occasione

È il momento del Partito Liberaldemocratico di massa, progressivo, libertario, democratico e laico

di Luca Bagatin - 16 marzo 2009

Sabato 14 marzo, dall"Assemblea dei Riformatori Liberali che si è tenuta al Boscolo Exedra Hotel di Piazza della Repubblica 47 a Roma dalle 14.30, il deputato del PdL Benedetto Della Vedova, ha lanciato l"Associazione Libertiamo (sito web: www.libertiamo.it). I Riformatori Liberali sanciscono così il loro scioglimento e l"entrata ufficiale nel partito unico del PdL alla Costituente del 27 e 28 marzo prossimi. L"Associazione Libertiamo, è e sarà, dunque, un luogo di aggregazione di laici, liberali, libertari e liberisti per contrastare la linea clericale del PdL, abbracciata ultimamente anche dal Premier Berlusconi. Benedetto Della Vedova, già con il "caso Englaro", ha dichiarato che il PdL non può essere il partito del Papa, bensì un’aggregazione più ampia che assicuri una polarità liberale al centrodestra. Chi scrive plaude all"iniziativa, ma con tutte le perplessità del caso.

L"operazione di Della Vedova non è nuova: già si provò nel 2000 con il Polo Laico di Giovanni Negri, Diaconale ed altri di costituire un"anima libertaria nel centrodestra. La stessa cosa la tentarono gli stessi Riformatori Liberali con Taradash e Della Vedova nel 2005. Oggi - con Taradash e Diaconale fuoriusciti dal PdL per approdare al Partito Liberale Italiano - ci riprova Della Vedova. Certamente non con un partito ma con una lobby interna al PdL. Chi scrive, come Della Vedova, del resto, ritiene che non vi sia al momento altro spazio al di fuori del PdL.

Solamente lì sono valorizzate le forze ed i contributi laici, liberali e libertari. Non certamente in un Pd in caduta libera e con una cultura impenetrabile e fortemente cattocomunista. Posto questo, si tratta di capire che cosa vuole diventare il PdL: partito liberale di massa o partito conservatore?

Una parte di risposta è già data nel momento in cui questo partito (che, ricordiamolo, non ha alcun ancoraggio con la Storia e la cultura italiana, allo stesso modo del Pd) ha deciso di collocarsi nel Ppe. Ovvero la casa dei conservatori e dei confessionali in Europa.

Certo, un partito che richiama nel suo nome il valore della "Libertà" e che pone come suo obiettivo le libertà stesse....avrebbe dovuto naturalmente collocarsi fra i Liberali Europei dell"Eldr. Ed invece è andata diversamente.

Ora, come un Della Vedova possa collocarsi nel Ppe, non ci è dato di sapere. Chi scrive ha peraltro scritto un"e-mail direttamente al deputato europeo Jas Gawronski, noto repubblicano e liberale oggi collocato nelle medesime posizioni, per chiedergli se lui si trovi a suo agio nelle file del Popolarismo europeo.....ma sino ad ora non ha ricevuto alcuna risposta. Se poi pensiamo alle posizioni assolutamente composite all"interno del PdL, viene un tantino da mettersi le mani nei capelli. E, poi, a parte i temi economici e la politica estera.....sulla questione dei diritti civili ed individuali non ci siamo proprio.

La politica non può permettersi di ascoltare discorsi confessionali e "di parte". Se così fosse perderebbe la sua autonomia e soprattutto il rispetto di tutte le sensibilità presenti sul territorio nazionale. Uno Stato liberale non può permettersi di fare un passo indietro e tornare ad una condizione di Stato etico (come fu durante il fascismo). Un partito che mette al centro dei suoi valori la Libertà, non può negarla ad alcuno. E" per questo che, se proprio si vuol costituire un Partito unico delle Libertà, è opportuno che questo sia inequivocabilmente: laico, liberale, libertario, liberista ed antistatalista e sia collocato nell"alveo della Liberaldemocrazia europea ed internazionale.

Diversamente è bene che cambi nome ed anche valori di riferimento. Se la neonata Associazione Libertiamo si farà promotrice di ciò, allora avrà reale senso di esistere come lobby laica del PdL. Diversamente è bene andare oltre e ripensare - ovvero ridisegnare - l"attuale bipolarismo italiano. Puntare a separare i Liberali del PdL dai Conservatori. Puntare alla costruzione di due poli a partire da una spaccatura costruttiva dello stesso PdL: da una parte i difensori delle libertà (individuali, civili, economiche) e dall"altra i custodi della tradizione (anche confessionale, se lo riterranno opportuno).

Lo spazio - in questo momento - ci sarebbe affinché ciò accadesse. Il Pd di Franceschini & Co. ed i loro progetti di "centrosinistra" non sono infatti minimamente credibili per continuare a rappresentare la metà degli elettori italiani.

Oggi è il momento del Partito Liberaldemocratico di massa, progressivo, libertario, democratico in quanto laico. Per i diritti di ciascuno, nel rispetto dei doveri civici.

Social feed




documenti

Test

chi siamo

Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.