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La sordità politica prevale sul fattore aging

Ciampi-bis: bipolarismo alla frutta

Neanche sul Colle si riesce a salire insieme. Si allontana così la Grande Coalizione

di Paolo Bozzacchi - 19 aprile 2006

Ma quale rischio di monarchia-repubblicana. Trattasi di impasse istituzionale vero e proprio, frutto del bipolarismo bastardo e del principio di sordità cronica che sta colpendo i due schieramenti che si contendono la guida del Paese. La probabile rielezione di Ciampi al Quirinale è l’ennesimo sintomo del fallimento della classe politica italiana. Pochi scrivono che una rielezione sarebbe una novità assoluta nella ormai non più tanto giovane storia repubblicana, e già questo fattore esprime in concreto l’incapacità effettiva di produrre un candidato nuovo e gradito alla maggioranza qualificata dei parlamentari neoeletti.

Ma c’è di più. Ciampi-bis significa affidare quello che si appresta ad essere un settennato molto difficile per l’Italia (debole economicamente e in caduta libera nel contesto politico dell’Unione europea), ad un uomo che spegnerà tra qualche mese 86 candeline, e che alla fine del nuovo mandato di anni ne avrebbe 93. Non è delicato sottolineare l’anzianità di un vero signore, che ha ben interpretato il proprio ruolo istituzionale, riuscendo a catalizzare il consenso di centro-destra e centro-sinistra ma soprattutto dei cittadini. Però in questo caso per il bene del Paese l’ aging è un fattore che va analizzato in profondità oggi, in quanto potrebbe screditare progressivamente la credibilità e la statura politica del numero uno italiano, costituendo dunque un ulteriore rischio di depauperamento del sistema.

Già ci apprestiamo a vivere la prossima legislatura con due leader nonni da più di qualche anno. Un arbitro garante della Costituzione nato ancor prima della marcia su Roma completerebbe il quadro di un’Italia che somiglia sempre di più alla Florida, ma non a causa dei prolungati riconteggi elettorali, bensì perché seria candidata a buen retiro di tutti i pensionati invogliati dal clima mite e magari appassionati d’arte e di buona cucina.

D’altronde il Capo dello Stato non fa che lanciare segnali di stanchezza, e rimarrebbe sul Colle solamente per puro e sincero spirito di servizio, nel caso (assai probabile) che Prodi e Berlusconi continuino a litigare ancora avvelenati dai colpi bassi scambiati in campagna elettorale, e non riescano a mettersi d’accordo non solo su un nome che garantisca il funzionamento delle Istituzioni, ma nemmeno su chi debba pagare il caffè. Auguri!

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