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La costituente di Fiuggi per l’ennesimo Psi

Caro Boselli, e il futuro?

All’ennesimo partito socialista mancano programmi e una classe dirigente giovane

di Luca Bagatin - 16 aprile 2007

Si è conclusa l"ennesima pantomima dell"unità socialista, ovvero la solita minestrina riscaldata fatta di soliti nomi e di solite parole altisonanti e al vento di un glorioso passato che non c"è più (che non c"è più spesso anche a causa dei soliti nomi di cui sopra e dei loro attuali alleati politici).

E così si è concluso il quinto congresso dello Sdi con l"ennesimo richiamo all"unità dei socialisti. E" da un decennio che sentiamo la solita musica: prima De Michelis che propone ai socialisti di riunirsi a destra, poi Boselli che propone di riunire i socialisti a sinistra e così via. Nulla di nuovo su questo fronte insomma. Fatto sta che gli eredi del Psi sono a tutt"ora divisi. E divisi su che cosa? Sui progetti politici? Figuriamoci! Di progetti, se ve ne sono, si preferisce non parlarne. Si tende, diversamente, in casa socialista, da un decennio e forse più a dividersi sulle poltrone e così: chi sta con il carro di Prodi e chi con quello di Berlusconi.

Oggi pare che la nascita di quel mostro politico senza storia che è il Partito Democratico costringa questi socialisti che stanno a "sinistra" e la sinistra postcomunista capitanata da Mussi, a costituire una "nuova" (si fa per dire) aggregazione. Rinasce il Psi insomma? Ma non fateci ridere! Trattasi di uno Sdi allargato alla vecchia nomenklatura ed alla sinistra postcomunista. Con quali progetti politici poi? Continuiamo a non saperlo.

Il vecchio Psi, ricordiamolo, se aveva un tratto distintivo rispetto alle altre forze, era proprio il dinamismo e la modernità del suo programma. Questi qui invece di quale dinamismo vogliono parlare? La Rosa nel Pugno almeno un programma politico chiaro lo aveva. Mi si dice che essa è fallita, ma non si risponde alla domanda: perché essa è fallita? A parer mio la RnP fallì già all"indomani della sua nascita in quanto era improbabile pensare di tenere assieme due apparati partitici divisi: lo Sdi ed i Radicali. Diverso sarebbe stato se i due apparati si fossero sciolti in un unico soggetto politico denominato, appunto, RnP. Hanno insomma fatto lo stesso errore che fecero negli anni "60 il Psi di Nenni quando decise di unirsi al Psdi di Saragat senza unire neanche le sezioni! Ma, si sa, il finanziamento pubblico ai partiti e le poltrone fanno gola sempre a tutti. E così avanti a beccarsi il 2 % e ad aggregarsi al carro del vincitore (che pur li ha snobbati sin dall"inizio e continua a snobbarli). Unico esito di rilievo: Emma Bonino Ministro delle Politiche Comunitarie.

Su tutto ciò aleggia lo spirito di Bertinoro e dell"Associazione per la Rosa nel Pugno con le cento associazioni di area laico socialista che a quell"assemblea hanno aderito per la costituzione di una moderna forza Liberalsocialista (cosa ben diversa dall"unità socialista !). E qui mi fermo a riflettere e a prospettare due strade alternative fra loro: o lanciarsi nel baratro dei "morti viventi" dello Sdi allargato a De Michelis, Bobo Craxi ecc... con l"esito certo e matematico di beccarsi il solito 1 o 2 % (ad unico vantaggio peraltro dei dirigenti di questo partito che continueranno a tirare a campare), oppure l"ambiziosa alternativa al Regime bipolare con la costruzione, dal basso, di un moderno Partito Liberalsocialista che non lasci morire la RnP, bensì ne raccolga l"eredità e la porti avanti aggregando i liberalsocialisti, i laici, i libertari di entrambi gli schieramenti e sappia con fermezza contrapporsi alla conservazione costituita dall"onnipresente ed ormai logoro duo Prodi-Berlusconi e dai loro alleati. Ebbene, sarò anche un illuso, non lo nego. Ma sono anche uno a cui non la si da a bere. Tanto meno a cui piace continuare a bere minestrine riscaldate.

Un"alternativa alla "brodaglia" io penso possa essere possibile e soprattutto urgente e necessaria. Essa potrebbe essere costituita solo dal dialogo dal basso fra le varie componenti dell"area laica (liberali, socialisti, repubblicani, radicali...), attraverso uno svecchiamento della classe dirigente (imponendo per statuto, se necessario, un gruppo dirigente over 40 come proposto poco tempo fa da Luca Josi), nonché attraverso l"elaborazione e la definizione di un programma chiaro e concreto. Diversamente i "morti viventi" continueranno a polare gli scranni del Parlamento, le amministrazioni locali ed i vari congressi. Che tristezza!

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