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Casi di delinquenza organizzata

Candidature significative

Sarà impossibile parlare di giustizia se le alleanze si fanno con i protagonisti dell’opposto

di Davide Giacalone - 19 febbraio 2008

Le colpe dei padri non ricadano sui figli. Ma se è grazie ad entrature e soldi dei padri che i figli vanno a fare i parlamentari, è giusto ricordare che la candidatura del giovane Matteo Colaninno è in perfetta linea di continuità con il determinante appoggio che la sinistra ha dato agli affari del padre Roberto. Affari che hanno distrutto Telecom Italia ed impoverito l’Italia. Al punto che mi domando se i giovani di Confindustria si rendono conto di stare per identificarsi con la peggiore commistione fra affari e politica.

E, sempre in tema di candidature, parliamo di delinquenza organizzata: fa rabbrividire l’idea di candidare il prefetto De Sena. Il governo (Berlusconi) lo mandò in Calabria dopo l’omicidio di Fortugno, i cui contorni non sono ancora stati chiariti e che fece emergere uno scontro non propriamente civile nella sinistra degli amministratori. Nel frattempo è franata la giunta calabrese di Loiero, colpita da scandali e decomposizione, mentre De Sena approdava a vice capo della Polizia. Chi gli chiede di candidarsi? Marco Minniti, uomo vicino a D’Alema e sottosegretario al ministero degli interni. Per calamitare quali voti? Quelli che elessero Fortugno e servirono a Loiero, perché lo candidano esattamente dove fu prefetto. Lo vedemmo già a Milano, ed è uno spettacolo istituzionalmente orrendo. Nella sinistra ci saranno anche candidati apprezzabili. Leggo, ad esempio, di Pietro Ichino. Mentre dell’altro fronte si sa ancora poco. Speriamo che le donne e gli uomini di qualità, che abbiano da spendere idee e non denaro o ricatti, siano numerosi e sappiano farsi valere.

Sarà impossibile, difatti, vivere una legislatura che può avere ambizioni ricostituenti se poi la si mette sulle gambe tronche di chi ha nel proprio passato la negazione di un futuro migliore. Sarà impossibile parlare di giustizia e sicurezza se le alleanze si fanno con i protagonisti dell’opposto, o di mercato e regole se l’emiciclo s’affollerà di chi è ricco grazie a regole mosce e controllori pilotati dagli amici politici. Non so cosa sia la “società civile”, so cosa sono le organizzazioni di categoria ed i centri d’interesse. Se le loro voci non si levano a denunciare quel che noi vediamo, se, anzi, si prestano all’inganno, almeno ci risparmino, domani, la loro ipocrita morale.

Pubblicato su Libero di martedì 19 febbraio

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