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Doppio no cinese agli Usa su yuan e Iran

Bush-Jintao, la spunta Bill Gates

La Cina si propone come terzo attore di una nuova guerra fredda: regista l’economia

di Paolo Bozzacchi - 21 aprile 2006

Forse aveva ragione Gorbaciov su La Stampa. La guerra fredda è ricominciata. Ma stavolta le superpotenze non sono più due come negli anni ’60. Bensì tre, con l’ingresso prepotente sullo scacchiere internazionale della Cina di Hu Jintao.
La prima visita ufficiale a Washington del leader cinese segna un punto importante nel cammino delle relazioni internazionali “post-Iraq e pre-Iran”. Ha dimostrato, infatti, come la linea rossa della politica estera di Pechino non solo non sia destinata a spezzarsi, ma neanche a piegarsi di fronte alla dottrina Bush dell’influenza americana sull’economia mondiale.
Perciò non sorprende che Hu Jintao abbia lasciato cadere nel nulla le forti pressioni del Congresso Usa per rivalutare lo yuan, deprezzato nel luglio scorso per mettere il turbo a un’economia che viaggia a ritmi da capogiro, tanto da far segnare una crescita per il primo trimestre di quest’anno pari al 10,6%, ben superiore alle stesse previsioni del governo di Pechino, che la volevano all’8,5%.
La strategia di Washington prevedeva l’utilizzo della leva cinese per risanare almeno parzialmente una bilancia commerciale in debito per 200 miliardi di dollari. Ma la dimostrazione di forza di Pechino, per giunta espressa lontano dalle mura amiche, rende lo stato delle relazioni tra i due paesi assai più complesso. Anche perché il no di Jintao è rimasto tale anche quando si è parlato di nucleare iraniano, per il quale il leader cinese ha promesso un impegno diplomatico congiunto agli Usa, senza però promettere alcuna pressione unilaterale di Pechino.
Un “formalmente senza risultati”, dunque, che più che un “no contest” pugilistico suona come una sonante vittoria ai punti per Pechino, notevolmente rafforzata nelle relazioni da una turbo-economia interna.
Il vertice di Washington fa comunque il gioco di Putin, sempre più investito del ruolo di mediatore internazionale, dall’alto del monopolio energetico che lo rende di giorno in giorno più influente. E anche del democratico Bill Gates, che prima di Bush ha incontrato Jintao, ottenendo un impegno della Cina nella lotta alla pirateria informatica. Della serie: miracoli dell’economia.

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