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Scelte sbagliate per gli uomini di Tronchetti

Buora e Ruggero salutano Telecom

Per le sostituzioni i nomi che si fanno sono due: Piero Guindani e Vito Gamberale

di Alessandro D'Amato - 19 ottobre 2006

Buora e Ruggero starebbero per salutare Telecom Italia. Le prime svolte sul piano azionario sono finalmente arrivate, con l’entrata di Mediobanca e Generali in un patto che blinda il 23,2% del capitale e potenzialmente estende la sua influenza fino al 29% in attesa di nuovo soci. E adesso nell’azienda di Marco Tronchetti Provera traballa la poltrona dei due amministratori delegati. A Riccardo Ruggero, in azienda dal 2001 e responsabile delle tlc, si imputano una serie di scelte sbagliate dal punto di vista strategico, non ultima proprio quella della fusione tra fisso e mobile che non ha portato la redditività sperata. L’ex Infostrada, figlio dell’ambasciatore e ministro degli Esteri Renato, è uno degli allievi di Elserino Piol in Olivetti e ha contribuito alla nascita di Vodafone, ma è anche colui che ha spinto Tronchetti a chiudere con Marco De Benedetti; negli ultimi tempi era stato molto attivo anche nella ricerca di nuovi soci che potessero accompagnare la società fuori dallo stallo di questi mesi. E si dice anche che non avrebbe gradito la svolta dell’11 settembre, con lo spacchettamento dell’azienda: in un’audizione davanti all’Authority, su richiesta di spiegazione riguardo il cambio di strategie, avrebbe risposto facendo appello alla “volubilità del mercato”. Carlo Buora, in Fiat e in Benetton prima dell’entrata alla Pirelli, è invece l’uomo più vicino a Tronchetti: non a caso il maggiore azionista di Telecom lo ha difeso pubblicamente nell’ultima conferenza stampa dopo le accuse di Tavaroli. Nell’ultimo periodo Guido Rossi ne ha però congelato di fatto il ruolo, pur senza togliergli le deleghe. Da non sottovalutare – per spiegare il cambio al vertice – anche l’effetto intercettazioni: orientata in un primo momento ad una veloce archiviazione, la Procura di Roma l’altro ieri ha aperto formalmente un fascicolo con ipotesi d’insider trading nell’inchiesta sulla Telecom ipotizzando in particolare l’abuso di informazioni privilegiate, al momento contro ignoti.
Per le sostituzioni i nomi che si fanno sono sostanzialmente due. Piero Guindani, in Vodafone Italia dal 1995 dopo tre anni in Olivetti, dovrebbe prendere il posto di Ruggero nell’area business. Per l’ad della maggior concorrente di Tim si tratterebbe di un arrivo in qualche modo imbarazzante, visto che nella competition by litigation che ha coinvolto le aziende di tlc in cause per danni, la sua Vodafone ha chiesto 525 milioni di euro a Telecom per abuso di posizione dominante e illecito sfruttamento di informazioni privilegiate detenute in qualità di gestore della telefonia fissa, per schedare i clienti e proporre offerte mirate. Per il comparto finanza, invece, si ipotizza un possibile ingresso nella società di Vito Gamberale, ex ad di Autostrade , e anche uomo di fiducia di Rossi. Per Gamberale, con una passata esperienza in Tim, si tratterebbe di un ritorno, ma in questo caso bisognerà superare le resistenze dei Benetton, che non lo vedono di buon occhio dopo l’uscita polemica ai tempi del matrimonio con la spagnola Abertis . Intanto, è stato fissato per mercoledì prossimo il cda di Telecom Italia chiamato a fare il punto sulla situazione. Già in quella sede quindi il mercato potrebbe saperne di più.

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