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Meno votanti rispetto al plebiscito per Prodi

Borsellino: campagna in nome di chi?

Ha vinto le “primarie”. Ma lo scontro elettorale sia sui programmi e non sui cognomi

di Davide Giacalone - 05 dicembre 2005

Rita Borsellino ha vinto le primarie, nella sinistra siciliana, battendo con abbondanza Ferdinando Latteri. La prima era la candidata dei Ds, il secondo della Margherita. Le primarie non regolamentate hanno il valore, lo ripeto, di una manifestazione politica, ed anche questa volta il centro sinistra è riuscito a mobilitare non pochi propri militanti e simpatizzanti. Con due stranezze, però.

La prima è che a volere scegliere fra Borsellino e Latteri sono state meno persone di quante hanno voluto votare per le primarie nazionali, quando non c’era niente da scegliere, essendo scontata la travolgente vittoria di Romano Prodi. Strano, appunto.

La seconda singolarità è che di Rita Borsellino noi tutti non sappiamo molto. Sappiamo che intende battere il centro destra, sappiamo che era candidata dei ds, sappiamo che agiterà la bandiera dell’antimafia. Poco altro, probabilmente non per sua colpa, ma per superficialità della stampa. Quindi, detto senza ipocrisie, il dato di maggiore rilevanza di Rita Borsellino è, oggi, l’essere la sorella di Paolo Borsellino. Domani, forse, si rivelerà un ottimo presidente della Regione siciliana, ma oggi è candidata vincente perché sorella di un magistrato ucciso dalla mafia. Quel magistrato, però, era di destra. Il suo amico Giovanni Falcone, per prenderlo affettuosamente in giro, la mattina entrava in ufficio a braccio teso per salutare il “camerata Borsellino”.

Lo stesso Giovanni Falcone, che di destra non era, fu ferocemente inviso alla sinistra giudiziaria, che lo combattè in ogni modo e contro di lui schierò i pezzi da novanta: da Luciano Violante ad Elena Paciotti. Che Falcone e Borsellino siano stati fieri avversari della mafia, non c’è dubbio, ma non c’è dubbio neanche sul fatto che, nel mentre lo erano, da vivi, ebbero la sinistra come acerrima avversaria. Quella stessa sinistra che oggi ha Rita Borsellino come candidata.

Tutto ciò per dire che la candidatura di Borsellino deve essere rispettata, ma a patto che si riempia di contenuti. Quando il centro destra avrà scelto il candidato presidente, fra i due si spera prevalga il confronto sulle cose da farsi e su come farle. Se, invece, il confronto dovesse accendersi sul tema della mafia, e se il vantaggio della Borsellino fosse nel cognome, allora occorre fin da subito chiarire che si tratta di un trucco, di un imbroglio sulla storia e sulla vita di Falcone e Borsellino.

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