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Il comizio del centro-destra a Roma

Bene la protesta ma manca una strategia

Sinistra e destra nella trappola del personalismo fra girotondi e raduni oceanici

di Elio Di Caprio - 04 dicembre 2006

Libertà, Casa delle Libertà, ora circoli della Libertà, ripetute invocazioni alla Libertà come valore supremo da difendere in tutte le sue forme, contro la sinistra. Prosegue la saga del Berlusconi redivivo e della sua creatura, Forza Italia e domani, chissà, del partito unico della destra-centro, che lascia spiazzati i Casini, i Buttiglione, i Follini intenti ad evocare la creazione di un nuovo centro d"equilibrio democristiano che superi l"attuale bipolarismo.
Questa volta all"evento mediatico, e non solo, della manifestazione unitaria della Casa delle Libertà (senza però l"UDC) a Piazza San Giovanni a Roma bisognava protestare contro il governo delle tasse di Prodi, ma non si potevano più usare le armi spuntate preelettorali dei facili ottimismi e delle promesse a futura memoria, tipo l"abolizione del"ICI sulla prima casa, per creare nuovo consenso. Meglio reagire che promettere.
Il vicepresidente di Forza Italia e già Ministro dell"Economia, Giulio Tremonti, è ora occupato in ben altro, preferisce creare scandalo lodando la preveggenza della vera sinistra, quella antagonista dei noglobal, rispetto a quella riformista, non deve suggerire a Berlusconi gli ultimi assi nella manica da sfoderare per convincere gli elettori perplessi. C"è bisogno di altro quando l"incredibile confusione del governo Prodi sul tema delle tasse contro tutti ha già di per sè regalato all"opposizione un fronte compatto di opinione pubblica infastidita e irritata.
Qualche intelligente consigliere di Silvio Berlusconi gli avrà certamente suggerito di spostare il tiro dal tema della pancia - la manifestazione del centrodestra contro il regime delle tasse - a quello dei valori, per invocare non solo la libertà dall"oppressione fiscale, ma quella più generale da uno Stato occhiuto e interventista che vuole legiferare persino sui “pacs” e sulla famiglia omosessuale, sconvolgendo così gli equilibri della nostra tradizione. C"è ancora molto da seminare in questa direzione e Berlusconi lo sa.
Dopo anni di inconsulta demonizzazione dell"outsider Silvio Belusconi forse qualcuno si interrogherà finalmente se il capo di Forza Italia sia stato e sia più un politico prestato all"imprenditoria che un imprenditore prestato alla politica, considerate le sue doti di leadership, non solo mediatica e di immagine, che costringe indistintamente alleati ed avversari a fare i conti con la sua persona.
Non sappiamo quanto il gioco durerà, ma sicuramente è la sinistra sinora ad essere caduta nella trappola dell"eccessiva personalizzazione della politica voluta da Berlusconi. Con il risultato che la sinistra-centro ha dovuto ripiegare per vincere ( e di misura) sulla figura poco carismatica di un Romano Prodi che nei primi sei mesi di governo si è dimostrato impari a reggere il confronto e a corrispondere alle aspettative deluse dello stesso elettorato che l"ha votato.
Ma poteva essere diversamente quando la sinistra ha per anni puntato a demolire l"avversario- non è la prima volta- senza saper discernere i motivi profondi ed il contesto che ne hanno determinato il successo, dando così enorme spazio alle ali più estremiste che ora, rafforzate, condizionano pesantemente la coalizione al governo?
Paradossalmente tutto ciò che veniva a ragione rimproverato a Berlsuconi e alla sua compagine – dall"impreparazione, all"interesse privato nella cosa pubblica, ad una politica estera velleitaria più che avventurosa - viene ora metabolizzato dall"opinione pubblica delusa come un aspetto secondario se non trascurabile a confronto dell" l"immagine e dei primi atti del governo Prodi che fanno presagire una corsa ad ostacoli destinata ad esaurirsi prima della scadenza.
La vicenda dell"indulto concordato dalla attuale maggioranza con una parte dell"opposizione nei mesi scorsi ha sconcertato e scontentato alla pari l"elettorato di sinistra come quello di destra. La riforma annunciata sulla modica quantità delle droghe consentite, se venisse sottoposta a referendum, probabilmente sarebbe bocciata da larghi strati dell"elettorato di destra e di sinistra.
E poi è più convincente un Berlusconi che si dice liberale e non liberalizza un bel niente che non un Bersani o un Fassino, ex funzionari del PCI, sulla cui bocca gli inviti a liberalizzare il sistema Italia appaiono più che mai stonati e stridenti con la loro tradizione statalista ed assistenzialista mai sconfessata fino alla caduta del Muro di Berlino?
Navighiamo in queste contraddizioni e rischiamo di dare nuova linfa a quel personalismo esasperato che ha viziato, fin dall"inizio, il percorso del nostro immaturo bipolarismo. E" questa la lezione che ci viene dall"evento politico e mediatico del comizio “unitario” del centrodestra a Roma.
Dopo i girotondi di ieri ed i comizi oceanici di oggi “contro” qualcuno e qualcosa, per esprimere indignazioni o malesseri, prima da sinistra ed ora da destra, pensiamo veramente di aver stabilito un punto fermo per ripartire? Per dove e con quale strategia?

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