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In tutta Europa la broadband arranca

Banda larga, andamento lento

Rapporto Ecta: gli incumbent continuano a detenere l'80% del mercato

di Alessandro D'Amato - 24 febbraio 2008

Un mercato del quale gli operatori più forti controllano l’80%. E che in Italia, dove l’incumbent Telecom possiede in assoluto la quota più alta, cresce meno che negli altri paesi europei. E’ contemporaneamente un atto d’accusa e un grido d’allarme, quello che viene dall’Ecta, l’associazione degli operatori alternativi nella banda larga europei, in occasione della presentazione a Bruxelles della loro survey sulla diffusione del broadband nel Vecchio Continente. Una ricerca che dipinge un quadro preoccupante, soprattutto in previsione della Next generation Network, l’infrastruttura di rete ad alta velocità. Se in media un cittadino su 5 ha oggi una connessione a banda larga, il mercato degli operatori maggiori ha una quota oggi pari in media al 50%, mentre la crescita in media prosegue lentamente, al ritmo del 10% annuo. In più, il rischio di una competizione drogata persiste, visto che gli ex monopolisti continuano a richiedere una moratoria sull’accesso in fibra ottica della rete di nuova generazione: se questa venisse concessa, la loro quota di controllo arriverebbe ad oscillare tra l’80% e il 100%. “La gente non si rendo conto che la possibilità di scelta per un operatore o per un altro dipende da quanto i regolatori hanno dato libertà d’accesso all’ultimo miglio – dice Innocenzo Genna, presidente dell’Ecta – E i policy maker non lo considerano un pericolo, perché l’alternativa che abbiamo oggi tra più operatori può finire in futuro, se in questo momento non manteniamo il mercato aperto e competitivo”.

Ma la situazione, non rosea per l’Europa, è ancora peggiore in Italia. Dove, secondo la ricerca, la diffusione della banda larga è più bassa della media Ue (16,5% contro il 20%), e sempre più distante da Francia, Regno Unito, Germania, ma anche dall’Irlanda. Per non parlare dei paesi nordici. E la crescita della diffusione, nel periodo in esame, è stata soltanto del 3%: molto più bassa del 5-10% degli altri grandi partner europei. L’Italia è anche il paese dove l’ex monopolista, oggi incumbent, ha la quota di mercato in assoluto più alta, a parte Cipro e Lussemburgo. A causa, secondo Genna, dell’atteggiamento di Telecom, che si preoccupa di aumentare la propria quota ai danni dei concorrenti – per mezzo del winback – senza far crescere il mercato nel complesso, e di una regolamentazione che, seppure valida in astratto, non si traduce poi in sistemi sanzionatori incisivi. L’unica via per garantire la concorrenza? “La separazione funzionale della Rete”.

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