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La relazione-requisitoria di Massimo Villone

Authority: una riforma rimasta orfana

Mentre a Palazzo Koch si ridefiniscono i ruoli, il Ddl stenta a terminare il suo corso

di Alessandro D'Amato - 30 maggio 2007

Nelle Considerazioni finali ci sarà forse solo un accenno al tema. Ma la riforma delle authority attualmente bloccata in Parlamento – tanto da essere stata definita “orfana” del governo dal Giorgio Benvenuto – sta a cuore a Bankitalia e a Draghi. E’ per questo che il Governatore, pur rispettando l’indipendenza e le funzioni del Parlamento, chiederà di fare in fretta nel definire il contesto rinnovato in cui dovranno operare le autorità garanti.

Un contesto nel quale Palazzo Koch giocherà un ruolo più importante che in passato: diventerà l’unico soggetto regolatore, e il vigilante unico, per la stabilità degli operatori (bancari, assicurativi, finanziaria), mentre la Consob si occuperà di trasparenza e informazione al mercato. Verranno cancellate l’Isvap e la Covip, mentre le competenze dell’Ufficio Italiano Cambi verranno ripartite fra Banca d’Italia e Consob, e il Comitato interministeriale per il credito e il risparmio sarà cancellato. E proprio il tema dell’Uic è stato uno dei punti sotto osservazione speciale nei corridoi di via Nazionale, visto che sono in ballo anche le competenze specifiche dell’antiriciclaggio e la materia è a forte rischio di conflittualità con l’Europa. Ma, nonostante le esortazioni, la strada del Ddl è pericolosamente ferma ormai da quasi un mese. A complicare le cose è arrivata la designazione di Massimo Villone come relatore. Il senatore, che insieme a Fabio Mussi non ha aderito al progetto del Partito democratico, ha presentato alla commissione Affari costituzionali una relazione che somigliava a una requisitoria. Distruggendo il disegno di legge come raramente si è visto fare da parte di un relatore di maggioranza. E facendolo con argomenti inattaccabili: riduzione dei poteri del Governo, indebolimento della responsabilità politica, rischio di cattura del regolatore da parte del regolato e possibilità di distorsioni clientelari. Criticando inoltre l’istituzione dell’autorità dei trasporti (meglio un’agenzia) e chiedendo, in un’ottica di razionalizzazione, la soppressione di quella per l’energia.

E in commissione si è registrata una certa convergenza sulle critiche di Villone persino da Forza Italia, che con il senatore Pastore ha espresso “apprezzamento” per gli argomenti. C’è il rischio di una saldatura tra alcuni settori della maggioranza e l’opposizione in chiave anti-esecutivo? “Innanzitutto, mi aspetto che il governo risponda alle critiche mosse”, dice Villone “e che, visto che la questione è già stata dibattuta sia in dottrina che a livello internazionale, si tenga conto anche di tutte le critiche fatte”. E intanto c’è da registrare anche l’opposizione fortissima dei sindacati, quelli della Covip – che hanno protestato duramente contro l’ipotesi di cancellazione della vigilanza sulle assicurazioni – che quelli di Bankitalia, i quali hanno legato la questione dell’aumento delle competenze di via Nazionale con la soppressione delle filiali: “Si può pensare di ridurre il personale e centralizzare le competenze proprio quando la Banca vede allargare le sue mansioni?”, si domandano alla Falbi. Insomma, nonostante gli auspici di Draghi, la strada del Ddl è tutta in salita.

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