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L’epilogo in extremis di una follia all’italiana

Alitalia: aspettiamo a festeggiare

Via libera alla conclusione meno peggiore. Ora è necessario mantenere un atteggiamento prudente

di Enrico Cisnetto - 26 settembre 2008

Aspettiamo a festeggiare. La firma della Cgil – meglio tardi che mai – dell’accordo con Cai per il salvataggio di Alitalia, a fianco a quelle di Cisl, Uil e Ugl, è sicuramente cosa importante, ma non decisiva. L’adesione delle cinque sigle sindacali autonome, che un po’ troppo sbrigativamente si dava per scontata nella serata di ieri, è slittata alla mattinata di oggi, con ultimatum fissato alle 13. Forse quando i lettori butteranno l’occhio a questo fondo, anche l’ormai famoso comandante Berti e i suoi riottosi colleghi avranno firmato, e allora si potrà finalmente mettere la parola fine a questa brutta storia, e cominciare a scrivere un capitolo nuovo – ancorché ancora tutto da immaginare – del trasporto aereo nazionale. Ma fino a quel momento, visto che la firma dei sindacati confederali – che proprio con questa vertenza sono definitivamente diventati quattro, visto il ruolo ancora una volta decisivo svolto dalla Ugl guidata dalla brava Renata Polverini – riguarda grosso modo la metà dei lavoratori Alitalia, e dunque non è sufficiente a dare le garanzie necessarie a Cai, occorre aspettare a cantare vittoria.

Cosa peraltro un po’ paradossale, considerato che saremmo comunque di fronte alla conclusione “meno peggiore” che si poteva dare ad una vicenda di “follia all’italiana”, solo perchè l’alternativa era il fallimento o la svendita ad una compagnia straniera di un asset strategico per il Paese. E in tutti i casi, anche di fronte alla “resa” di piloti e assistenti di volo, occhio a stappare lo spumante: ci sarebbe comunque il rischio di un referendum tra i lavoratori, che visto l’andazzo delle assemblee (compresa quella di ieri a Fiumicino, dove lo slogan più gettonato era il propositivo “no, no, no”) e delle manifestazioni (quel “meglio falliti che con i banditi” rimarrà una macchia incancellabile nella storia del movimento sindacale) potrebbe non avere necessariamente un esito positivo.

Preoccupazioni eccessive? Beh, il “caso Alitalia” suggerisce prudenza. E poi, con queste valutazioni ho riempito lo spazio a disposizione, e ho evitato di esprimere giudizi – per la mia e la vostra salute – sul rivoltante gioco dell’accaparramento del merito del salvataggio Alitalia che ieri ha riempito un altrimenti vuota giornata politica.

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Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.